A Rescaldina scontro tra maggioranza e centrodestra sul canone di affitto per la scuola Don Arioli
A pochi giorni dalla scadenza della convenzione, l'aumento chiesto dal comune alla scuola Don Arioli per il canone di affitto divide la politica
A volte ritornano. È (ancora) polemica a Rescaldina sul futuro della scuola dell’infanzia paritaria Don Arioli, che da anni trova “casa” in un edificio comunale in via Asilo e già nel 2017 era finita nell’occhio del ciclone quando alla scadenza della convenzione con il comune c’era stata una netta spaccatura tra la direzione dell’istituto e Piazza Chiesa rispetto al possibile trasferimento in via Baita.
Quella crisi poi era rientrata, ma oggi, alle soglie della nuova scadenza della convenzione, potrebbe aprirsene un’altra, questa volta incentrata sul canone di affitto che la scuola corrisponde all’amministrazione comunale. Se scuola e comune stanno infatti discutendo l’adeguamento del corrispettivo dovuto dall’istituto ed è già in preventivo una proroga temporanea in vista dell’ormai imminente inizio dell’anno scolastico, il nodo della cifra al momento rimane. E tanto è bastato al centrodestra per prendere duramente posizione contro le scelte dell’amministrazione.
IL CENTRODESTRA: “DISEGNO PER SMANTELLARE LA SCUOLA DON ARIOLI”
Mariangela Franchi e i suoi non hanno infatti esitato a stigmatizzare l’aumento del canone di affitto messo sul tavolo dalla maggioranza, arrivando a parlare di un «disegno» che spinge verso la chiusura della scuola Don Arioli. «Da anni i componenti dell’attuale amministrazione non perdono occasione di compiere scelte che di fatto vanno nella direzione della chiusura di questa esperienza, cominciata nel 1911 e proseguita per oltre cento anni – è la critica che arriva dal centrodestra -. Diversi segnali, negli anni, hanno confermato l’esistenza di un disegno di questa natura che oggi culmina con la richiesta dell’amministrazione targata Vivere Rescaldina al consiglio della scuola materna di Rescalda di un canone annuo, un tempo simbolico, oggi rivisto e decuplicato. Inutile spiegare che, per una istituzione che non persegue fine di lucro, l’arbitraria e unilaterale imposizione di costi così elevati significherebbe inevitabilmente sancire la fine della sua stessa esistenza».
«L’indubbia qualità dell’insegnamento, confermata anche dai dati oggettivi delle iscrizioni che nonostante la cronica contrazione delle nascite non hanno subito flessioni – aggiunge la coalizione di opposizione -, l’innegabile valore di una realtà tanto radicata nel territorio, apprezzata e ricercata, sicuramente anche per i valori cristiani che la ispirano, ma che comunque è sempre stata al servizio di tutti e ha sempre accolto tutti, impongono una domanda: perché l’amministrazione targata Vivere Rescaldina vuole smantellare la scuola materna “Don Antonio Arioli” di Rescalda?».
L’imperativo per il centrodestra rimane senza dubbio quello di salvaguardare le scuola. «Il centrodestra unito per Rescaldina ha sempre sostenuto, e continuerà a farlo, il valore rappresentato dalla presenza sul nostro territorio di una scuola paritaria capace di offrire alla cittadinanza un servizio educativo di eccellenza oltre che, in una logica di sussidiarietà, operare a vantaggio di tutta la collettività. Siamo stati noi stessi piccoli “scolari” di questa antica istituzione, vi abbiamo accompagnato i nostri figli e i nostri nipoti, ne riconosciamo la capacità di educare la persona secondo valori che ne promuovono la crescita libera ed umanamente completa. Per queste ragioni crediamo fermamente che questa realtà vada salvaguardata e che sia preciso dovere delle istituzioni sostenerla e supportarla con convinzione, come hanno saputo egregiamente fare le generazioni che ci hanno preceduto».
VIVERE RESCALDINA
Diversa la posizione di Vivere Rescaldina, che come già cinque anni fa ha avviato i “negoziati” proponendo una permuta alla scuola materna e incassando un rifiuto. «A marzo di quest’anno, senza alcuna imposizione unilaterale, il comune ha avviato un confronto e ha preso contatto con la scuola paritaria proponendo in prima istanza, come fatto nel 2018, una “permuta” tra lo stabile comunale di via Asilo dove svolge l’attività la scuola privata ed il cinema-teatro La Torre, di proprietà della parrocchia di Rescaldina, che avrebbe poi regolato i rapporti con l’ente scuola materna, dato che il parroco è anche il presidente dell’associazione reggente la scuola – spiega la maggioranza al timone del paese -. La permuta avrebbe anche probabilmente portato, oltre alla proprietà dell’immobile dello stabile di via Asilo, una contropartita economica alla parrocchia, perché il valore del cinema-teatro La Torre risulta maggiore di quello della scuola: la proposta del comune, però, non è stata considerata né dalla parrocchia e neppure dalla scuola».
Al netto della trattativa sfumata per la permuta, però, il nodo per il gruppo che sostiene Gilles Ielo non è legato alla scuola in sé ma l’adeguamento alla normativa. «Non sono mai stati in discussione o argomento di valutazione da parte dell’amministrazione comunale la qualità o i valori dell’insegnamento, bensì il corretto inquadramento dei rapporti tra il comune e un soggetto privato, soprattutto alla luce del nuovo contesto normativo, mutato nel tempo, che in passato permetteva accordi che oggi non risultano più adeguati – continuano da Vivere Rescaldina -. È corretto e giusto ricordare che l’esperienza della scuola materna privata a Rescalda iniziò nello stabile che era di proprietà della parrocchia (inizialmente non era comunale) per far fronte all’assenza di un servizio che il sistema scolastico “pubblico” non riusciva a garantire. Il tempo ha poi portato con sé delle novità: da un lato la proprietà dello stabile è passata al comune, che ne ha garantito negli anni la manutenzione straordinaria; dall’altro, il comune ha in questi decenni investito e valorizzato l’attività della scuola pubblica, ristrutturando l’immobile della scuola materna pubblica per garantire a tutti i bambini di Rescalda di avere spazi idonei alle loro esigenze».
Non solo. «Se è vero che diversi comuni del territorio hanno convenzioni con le scuole private paritarie del loro territorio che non prevedono oneri economici per le stesse, è altrettanto vero che si tratta di situazioni in cui le scuole statali presenti non sono attualmente in grado di coprire il fabbisogno scolastico della popolazione – aggiunge la maggioranza -. Fortunatamente le differenti amministrazioni di Rescaldina, negli anni, hanno lavorato per consolidare il servizio scolastico pubblico a Rescalda come a Rescaldina, in modo da poter dare piena copertura a tutte le domande e Vivere Rescaldina negli ultimi anni ha investito somme importanti per la riqualificazione delle scuole proprio per garantire scuole pubbliche sicure, di qualità ed efficienti. Peraltro, nonostante il venir meno delle condizioni di sussidiarietà che avevano caratterizzato la nascita della scuola materna paritaria, il comune ha continuato ad erogare tutti i contributi economici normativamente compatibili, ovvero l’assistenza educativa per i bambini diversamente abili, la possibilità dello sportello psicologico e la quota economica del piano di diritto allo studio, per garantire piena eguaglianza tra i bambini di Rescalda e Rescaldina».
L’intenzione, insomma, è quella di adeguare il canone di affitto che la scuola Don Arioli dovrà corrispondere. «Se da un lato la legge richiede l’adeguamento del canone di affitto al valore di mercato, stimato in 37.500 euro l’anno dall’Agenzia delle Entrate, dall’altro il comune ha la possibilità di rimodulare l’importo applicando specifici criteri valoriali. Applicando gli sconti massimi di valorizzazione previsti dalla legge, il comune ha quindi proposto alla scuola paritaria un canone annuo di affitto di 15mila euro l’anno, importo che peraltro può essere rateizzato in caso di difficoltà economiche della scuola e non considera tutti gli interventi di manutenzione straordinaria che rimarrebbero, come sono sempre stati, a carico del comune. A fronte della proposta comunale, la scuola paritaria ha risposto chiedendo la cancellazione anche dell’attuale canone di mille euro l’anno in favore di un comodato gratuito. È evidente quindi al momento le posizioni sono lontane e auspichiamo che il confronto e il dialogo possano portare ad una giusta soluzione di equilibrio che tenga in considerazione il mutato contesto normativo».
«Non riteniamo corretto che la questione venga considerata alla stregua di una specifica “sensibilità politica”, dato che il problema non riguarda una specifica parte politica ma il comune e la comunità rescaldinese nella sua totalità, a prescindere dagli schieramenti politici, che da sempre hanno ampiamente riconosciuto, valorizzato e sostenuto il servizio dato dall’istituto – conclude la lista al governo del paese -. L’amministrazione comunale ha sempre dimostrato di essere aperta al dialogo e al confronto, per cui speriamo che la posizione del consiglio di amministrazione della scuola materna possa essere rivalutata e che siano considerate tutte le proposte presentate. Nelle prossime settimane sarà predisposta una proroga temporanea dell’attuale convenzione per garantire il regolare svolgimento dell’anno Scolastico in partenza, in attesa di definire in modo equo e soddisfacente la situazione contrattuale».
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