“Gianni Clerici, caro amico di famiglia, è stato il primo a scrivere di Felice Musazzi e dei Legnanesi”
Sandra, figlia di Felice Musazzi, ricorda il giornalista famoso per il tennis, scomparso in questi giorni, e conferma: "E' stato il primo a scrivere una recensione a livello nazionale sugli spettacoli dei Legnanesi"
Dal tennis alla commedia dialettale, dai campi in terra rossa al palcoscenico calcato da I Legnanesi. Passaggi che non ti aspetti da un personaggio come Gianni Clerici, scomparso ieri, conosciuto da tutti quasi esclusivamente per una straordinaria capacità nel commentare le vicende tennistiche. Eppure, è stato proprio un campione del tennis legnanese, come Marco Dedè, attraverso i social, a svelare questo retroscena dell’attività giornalistica di Clerici, segnalando un passo della sua autobiografia, assolutamente confermata da Sandra Musazzi, figlia di Felice.
«Sono triste per la scomparsa di Gianni Clerici, un caro amico di famiglia. Quando scrive che era stato lui il primo a recensire l’attività teatrale di papà e dei Legnanesi, è proprio vero». Così, oggi, martedì 7 giugno, Sandra ricorda Clerici e il suo costante apprezzamento per la commedia dialettale de I Legnanesi.
A pagina 83 dell’autobiografia del noto giornalista, racchiusa nel libro “Gianni Clerici, quello del tennis”, ecco il racconto di come avvenne il contatto con Musazzi: «A scoprire i Legnanesi, nella parrocchia dove avevano cominciato a recitare, era stata mia moglie, ancor prima del nostro matrimonio. L’avevo seguita a ruota, e addirittura avevo stilato la locandina di presentazione del loro primo spettacolo milanese: non certo per autorevolezza o competenza, ma per una curiosa ragione. Nessuno dei fenomenali membri della compagnia se ne sentiva all’altezza, e nessun critico, scrittore, cronista, osava sfidare il sospetto di omo-sessualità che una compagnia di travestiti, sia pure operai, trascinava con sé. Nel mio entusiasmo per i Legnanesi, per il genio creativo di Felice Musazzi, detto Teresa, quello scenico di Antonio Barlocco, in arte Mabilia, andai oltre la presentazione, proposi al «Giorno» un pezzo, lo scrissi ridendo sino alle lacrime, e sollevai un caso spiacevole. Il critico del giornale, Roberto De Monticelli, minacciò le dimissioni se l’articolo avesse invaso la rubrica di sua competenza. E il povero Angelo Rozzoni venne a offrirmi le sue scuse, giurando che non poteva perdere De Monticelli. Anni dopo, quando i Legnanesi si furono clamorosamente affermati, e anche Arbasino e Soldati, loro estimatori antemarcia, trovarono l’estro di lodarli pubblicamente dalle colonne del «Corriere della Sera», De Monticelli si unì al coro».
Addio a Gianni Clerici, cantore del tennis sui giornali e in tv
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