“Voi ragazzi siete la soluzione al bullismo”: la senatrice Ferrara a Parabiago per le “patenti per smartphone”
Il progetto, supportato da Fondazione Ticino Olona, ha permesso agli studenti di 13 scuole di frequentare un corso di formazione su bullismo e cyberbullismo. L'evento finale alla Biblioteca Civica di Parabiago ha visto la consegna delle patenti
Sono state ben 13 le scuole coinvolte nel progetto “Una patente per lo smartphone”, un percorso formativo di sensibilizzazione su bullismo e cyberbullismo che si è chiuso con un evento conclusivo venerdì 27 maggio nella Biblioteca Civica di Parabiago di via Brisa. Tra le tante scuole elementari e superiori coinvolte, anche l’Istituto Comprensivo di Viale Legnano di Parabiago, i cui studenti hanno ricevuto la cosiddetta “patente per smartphone” direttamente dalle mani della senatrice Elena Ferrara, promotrice della legge 71/17 che tutela i minori in materia di bullismo e cyberbullismo garantendo loro vari diritti. «Questa legge l’ho fatta per voi – ha dichiarato la senatrice -. Il bullismo è un problema globale, voi ragazzi siete la soluzione». Il progetto è stato supportato moralmente ed economicamente dalla Fondazione Ticino Olona.
Il progetto è nato in alcune scuole piemontesi che, seguendo i dettami della legge 71/17, hanno voluto sensibilizzare i ragazzi sul tema del bullismo, che crea «danni irreparabili» secondo l’ex magistrato Pietro Forno. Successivamente, la senatrice Ferrara ha proposto al Ministero dell’Istruzione di lanciarlo a livello nazionale, ricevendo l’input di cominciare a sperimentarlo in alcune regioni. È stato così che la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Viale Legnano di Parabiago, Monica Fugaro, ha preso la palla al balzo e, partendo dal basso, ha lavorato per mettere in piedi questo progetto, coinvolgendo altre 12 scuole lombarde. L’iniziativa, pensata in un primo momento per i ragazzi delle medie, è stata però messa in atto già alle elementari, poiché «non è mai troppo presto per fare prevenzione, come mi ha insegnato il dottor Forno – ha affermato la dirigente scolastica -. L’obiettivo è fare rete tutti insieme per creare un ecosistema di buone pratiche. Le porte dei nostri uffici sono sempre aperte per chi dovesse avere bisogno di affrontare un problema».
Ha preso poi la parola il dott. Forno, che ha spiegato qual è stato l’evento che ha portato all’adozione della legge 71/17: «Il triste caso della quattordicenne Carolina Picchio, ripresa mentre, in stato di incoscienza, veniva “toccata” da un gruppo di coetanei e suicidatasi per gli insulti che le sono arrivati via Internet, è stato ciò che ha spinto il legislatore ad attivarsi in questa materia. Negli anni ho incontrato più o meno 10mila studenti ed ogni volta che vado a parlare con loro imparo sempre qualcosa. Ho constatato che il fenomeno del bullismo si è amplificato con l’avvento dei social – ha proseguito Forno -, in particolare con la diffusione del cosiddetto “hate speech”, le parole d’odio sempre più presenti nelle chat. I ragazzini nemmeno sanno che insultare in chat è un reato, bisogna renderli consapevoli di quello a cui vanno incontro. In questi incontri ho scoperto che la situazione è molto più grave di quanto si possa immaginare. Qualche mese fa, in occasione di un incontro con una scuola di Milano – ha raccontato con commozione -, un ragazzo ha ammesso di aver pensato di togliersi la vita perché preso in giro per la sua “r” moscia, vedere la faccia dei suoi compagni e docenti esterrefatti mi ha segnato profondamente». L’ex magistrato ha voluto poi lanciare un appello ai ragazzi presenti: «Ricordatevi, non bisogna mai abbassare la guardia. Chi di rete ferisce, in rete finisce».
«‘Spero che da oggi siate più sensibili alle parole’, così Carolina chiudeva la sua lettera di addio 10 anni fa, oggi sono convinta che del lavoro sia stato fatto – ha aggiunto la senatrice Ferrara -. Carolina si è trovata da sola ad affrontare un mondo, subendo revenge porn, non possiamo permetterci di lasciare da soli coloro che subiscono bullismo. Solo il 30% dei ragazzi sanno della legge 71, bisogna diffondere nei giovani la consapevolezza di quello che fanno agendo in questo modo». La senatrice ha voluto poi congratularsi con le scuole che hanno aderito al progetto, ricordando che «anche dal basso possono nascere dei progetti di successo, e quello che avete messo in piedi ne è un chiaro esempio».
Tra i relatori di giornata anche lo psicologo Modesto Prosperi, che lavora nell’ufficio garante dei Diritti delle persone private di libertà del Comune di Milano. «Il bullismo e la violenza nelle scuole elementari emergono nei giochi online, sono delle piattaforme a cui bisogna prestare molta attenzione, così come ai social – ha ricordato Prosperi -. Greta Thunberg due anni fa inneggiava all’abbandono degli individualismi a favore del pensiero collettivo; direi che la senatrice Ferrara e la dirigente Fusaro sono le nostre “Greta”, che hanno capito il segnale di pericolo proveniente dal mondo online e si sono attivate per sensibilizzare sul tema».
Sul palco erano presenti anche due agenti della Polizia di Stato, che hanno voluto avvisare gli studenti presenti delle insidie della rete: «Tutto quello che c’è su Internet non è vero solo per il fatto che è scritto sullo schermo, tanti vogliono trarvi in inganno. Il percorso che avete intrapreso è un punto di partenza per voi, che spero possiate diventare le nostre “sentinelle del web“. La vostra voce può salvare qualcuno, siete voi la rete del futuro».
In rappresentanza della Fondazione Ticino Olona c’era Anna Poretti, che si è detta «entusiasta di aver contribuito come Fondazione Ticino Olona a questo progetto con un piccolo aiuto economico. Come fondazione di comunità cerchiamo di aiutare chi si spende per gli altri nel territorio di cui ci occupiamo, che comprende 53 comuni da Abbiategrasso fino a Legnano e Parabiago».
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