Al Bernocchi di Legnano gli studenti diventano mediatori grazie a “Invece di giudicare”
29 gli studenti premiati con l'attestato di "Mediatori tra Pari" che ora aiuteranno i loro coetanei a risolvere delle eventuali situazioni di conflitto all'interno della classe, mediando appunto tra le parti in causa
«Se si impara a mediare, la vita diventa più semplice», queste le parole della dirigente scolastica dell‘Istituto A. Bernocchi di Legnano, Annalisa Wagner, soddisfatta del percorso intrapreso dagli studenti della scuola con “Invece di giudicare“. Si tratta di un progetto nazionale con il patrocinio della Commissione Europea e «l’apprezzamento e la viva considerazione del MIUR» che coinvolge studenti e docenti di diverse scuole in tutta Italia nella diffusione della cultura della mediazione e della gestione dei conflitti. In particolare, l’iniziativa promossa dalla società cooperativa sociale onlus Risorsa Cittadino va a formare giovani studenti attraverso un corso di 20 ore che li rende dei veri e propri “mediatori tra pari” in grado di accompagnare dei loro coetanei coinvolti in una situazione di conflitto nella ricerca di una soluzione condivisa e soddisfacente. Sono 29 gli studenti delle classi terze che hanno aderito al progetto e che ora fungeranno da sostegno per coloro che avranno bisogno di risolvere dei problemi in classe, incontrandoli nella “stanza della mediazione” dell’istituto e cercando di arrivare ad una soluzione che accontenti entrambe le parti in conflitto.
«Stiamo vivendo un momento particolare nella situazione geopolitica europea – ha proseguito Wagner -, questo ci fa più convinti dell’importanza del gestire le relazioni umane in maniera collaborativa ed empatica per stabilire relazioni pacifiche. La pandemia ha generato molto stress in noi, il che porta alcuni ad avere atteggiamenti irrispettosi verso gli altri, per questo abbiamo voluto puntare su questo progetto per aiutarci ed aiutarvi a gestire questo momento». L’istituto ha quindi ricevuto l’attestato di “Scuola Amica della Mediazione“.
«Siamo stati piacevolmente sorpresi dall’interesse e dalla grande partecipazione degli studenti – ha dichiarato la professoressa dell’istituto Susi Ortolani, referente interna del progetto -. Ad ottobre abbiamo cominciato con un incontro divulgativo per esporre il progetto agli studenti, con addirittura 60 adesioni. Purtroppo abbiamo dovuto fare una selezione poiché c’era spazio solo per 25/30 studenti, che poi hanno seguito un corso di oltre 20 ore incentrato sulla “Mediazione nei conflitti” al termine del quale hanno ricevuto l’attestato di “mediatori tra pari”. Volevo sottolineare il grande impegno dei ragazzi – ha concluso Ortolani – che sono venuti anche al sabato e sono rimasti a scuola diversi pomeriggi per partecipare». Il progetto ha coinvolto gli studenti di tutti i percorsi scolastici, dal professionale al tecnico, passando per il liceo.
Il corso è stato tenuto dai formatori Gianfranco Selvagio, Arianna Paralovo e Maria Chiara Olianas, tutti «molto soddisfatti dalla partecipazione attiva dei ragazzi». «Il mediatore non si schiera, non dà giudizi, il suo obiettivo è fare sì che chi è in conflitto trovi una soluzione, e questo i ragazzi l’hanno capito molto bene – ha affermato Selvagio -. Il conflitto va gestito, non si può cancellare e non sempre si arriva a risolverlo, ma posso assicurare che in tutte le scuole che hanno aderito al progetto il livello di conflitti si è abbassato. Mi piace definire questi ragazzi come i “caschi blu” della scuola». Selvagio ha sottolineato poi «l’importanza del bilanciamento di genere, i mediatori lavorano in coppia e vogliamo che siano possibilmente un maschio ed una femmina, in modo tale da avere più punti di vista». La dottoressa Paralovo ha voluto poi congratularsi con «tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato. Mi auguro che voi siate solo i primi ad impegnarsi in prima persona nella cultura del cambiamento».
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