Primo Maggio: 300 in piazza a Legnano con i sindacati per la Festa dei Lavoratori
Domenica 1 maggio CGIL, CISL e UIL sono scese in piazza a Legnano con un corteo e un comizio, riportando a Legnano la tradizionale Festa dei Lavoratori
Dopo due anni di stop per le restrizioni imposte dalla pandemia, è tornata a Legnano la Festa dei Lavoratori che la città conosce da sempre. Domenica 1 maggio, infatti, le rappresentanze sindacali di CGIL, CISL e UIL sono scese in piazza radunando circa 300 persone. Il corteo partito da piazza Monumento ha raggiunto piazza San Magno dove dalle 10.30, sul palco degli oratori si sono succeduti Mario Principe, segretario generale CGIL Ticino Olona, Eros Lanzoni, segretario CISL Milano Metropoli, e Stefano Dell’Acqua della UIL Milano e Lombardia. Il comizio è stato aperto dal sindaco di Legnano Lorenzo Radice ed è stato accompagnato dalla musica live di Renato Franchi e del suo complesso. Durante tutti gli interventi sono stati ricordate le vertenze più importanti del territorio: quella di Teva a Nerviano e di Emerson a Rescaldina. Che insieme coinvolgono 500 lavoratori, ossia 500 famiglie del territorio.
Sindaco
«Di lavoro si dovrebbe parlare, anche e soprattutto, in termini di opportunità di crescita dell’economia e di realizzazione delle persone – afferma il primo cittadino -. Non è un buon proposito: è semplicemente provare a realizzare nei fatti quello che è scritto nella prima frase del primo articolo della nostra carta costituzionale». Il sindaco ha ricordato che in questo momenti i Comuni sono impossibilitati nell’agire direttamente sulla «sfera del lavoro», ma possono «cogliere occasioni e opportunità» come le ingenti risorse del PNRR e quelle di altri bandi che «le amministrazioni comunali devono saper cogliere per contribuire alla ripartenza». Il primo cittadino ha quindi precisato che a oggi «ci siamo assicurati circa 35 milioni di euro e altri 20 circa arriveranno portati da enti come la Città Metropolitana di Milano e Cap Holding». A fronte di ciò per il sindaco è «arrivato il momento, per i Comuni, di invertire la tendenza, di tornare a creare occasioni di crescita e di occupazione che guardano soprattutto alla transizione ecologica e digitale. Perché su questi aspetti si sta già giocando una partita che non possiamo permetterci di perdere né di pareggiare, ma che dobbiamo vincere. E vincere insieme». Radice ha anche ricordato l’impegno dell’Amministrazione nel difendere i presidi di lavoro che, come Emerson e Teva, «rischiano di sparire e che non dobbiamo rassegnarci a perdere perché sono sani e molto possono ancora dare in termini di benessere e sicurezza economica alle famiglie. Da ultimo, non voglio tacere quello che rischia di essere il rovescio della medaglia della pioggia di risorse che si sta riversando sui territori. Perché lo sappiamo benissimo: dove c’è denaro la malavita organizzata punta le sue carte. E noi dobbiamo fare di tutto per contrastare il rischio di infiltrazioni mafiose».
Sindacati Cgil, Cisl e Uil
Numerosi ed attuali i temi trattati durante la manifestazione il cui slogan è “Al lavoro per la pace”, si perchè solo con il lavoro si può costruire la pace. Lavoro, ma quale se manca perchè il tessuto socio-economico è sempre più sofferenza? Una delle tante domande alle quali i sindacalisti hanno cercato di dare risposte, con la consapevolezza che in un momento così buio c’è la necessità di trovare un barlume di speranza.
Di certo il lavoro, per Lanzoni segretario CISL Milano Metropoli, è il «mezzo per costruire la pace, la giustizia, la democrazia. È lo strumento per riaffermare i valori del bene comune, dove il centro di tutto è l’uomo, è la persona e la comunità». Perchè l’occupazione non è solo produzione, il numero, fatturato. Per Lanzoni è «affermazione della propria identità e della dignità dell’uomo». Quindi il lavoro di qualità e di socialità «consente alle nostre comunità e ai nostri territori di superare le difficoltà e di lasciare alle nuove generazioni valori fondamentali». Per il sindacalista le riforme e gli investimenti devono spingere la crescita. «Nel 2019 il potere di acquisto dell’italiano medio era lo stesso di 20 anni fa. Il divario tra le classi sociali si è allargato. Dal 2000 a oggi in Lombardia gli stipendi degli operai sono calati del 2%, mentre quelli dei dirigenti sono aumentati del 9%. È una forbice che si sta allargando sempre più». Il compito del sindacato è quindi continuare la lotta contro il lavoro nero, il lavoro precario, il lavoro povero perchè «dove c’è il sindacato confederale c’è legalità». Ed oggi più che mai, per Lanzoni, è necessario impegnarsi per un «buon lavoro, ossia pagato e regolare. Che tutela la sicurezza e la salute. Ed ha ritmi umani». E questo non è un obiettivo impossibile da raggiungere.
La democrazia e la pace in questo momento storico sono minati dai conflitti. E per dell’Acqua della Uil Legnano risulta fondamentale restare uniti. «Uil, Cisl e Cgil condannato questo conflitto armato in Ucraina così come quelli in corso in tutto il mondo – afferma con forza il sindacalista -. La pace, il lavoro, la salute sono l’ossigeno della nostra esistenza. Ricordiamoci che il nemico di sempre non è l’altro ma la povertà, le malattie e lo sfruttamento degli altri e delle risorse del pianeta». Sottolineando l’importanza dei diritti dell’uomo Dell’Acqua ha richiamato le tre sigle sindacali sotto gli stessi ideali: «Oggi più che mai dobbiamo lavorare unitamente per dare una svolta al Paese». Un Paese che necessità di un piano per la ripresa delle attività che «non può solo essere attribuito e definito dal Pnrr». Perciò è indispensabile «proseguire sul percorso delle Riforme. Oltre che riprendere la contrattazione reale del salario in difesa del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni». Il sindacalista toccando diversi temi ha ricordato che l’intelligenza artificiale «non dev’esser vista come un nemico, ma come una opportunità per il mondo del lavoro». Ed ha poi sottolineato che la riforma del mondo della scuola «non può esser risolta con qualche assunzione». Dell’Acqua, ha anche chiesto un minuto di silenzio per chi ha perso la vita sul posto di lavoro, per chi è morto in guerra, per le donne i bambini vittime di violenza. E anche per i morti della politica, della malavita e del Covi-19.
Il primo maggio, nato da una rivendicazione sindacale sul fronte dei diritti mantiene, seppur in forme e modi diversi, tuta la sua valenza e la sua attualità. Già perchè come ricorda Mario Principe della CGIL il tasso di disoccupazione attualmente è sopra l’8%. E se scendiamo nello specifico è per le donne sopra il 10% e tra i giovani sopra il 25%. «L’assenza di lavoro produce un vuoto, corrode, cancella la dignità». Ma di fatto il lavoro cosa significa? Per il sindacalista è entrare nella vita adulta, «significa soffrire e gioire per la realizzazione dei propri progetti, dei propri sogni. Per questo il lavoro non può essere povero, figlio del massimo ribasso e incerto. Non può essere precario». Il lavoro di qualità è una emergenza che «va affrontata senza rimandare ulteriormente». E la stessa cosa vale per i pensionati la cui condizione è altrettanto complessa: «In Lombardia il 35% percepisce meno di 500 euro. Possiamo dire che più del 50% degli anziani lombardi vive al limite della soglia di povertà». Il doppio impatto rappresentato dalla pandemia e dalla guerra per Principe rischia di «essere pesantissimo anche sul versante sociale ed economico per la debolezza del nostro sistema paese che negli anni passati ha moltiplicato e allungato gli effetti negativi della grande crisi del 2008. Tutto questo dovrebbe interrogare la politica su come rilanciare gli investimenti in questo Paese perchè il lavoro non arriva per decreto o per legge. Il lavoro riparte se cominciamo a riavviare gli investimenti pubblici che possono generare una condizione di ripartenza degli investimenti privati. Serve un inizio una nuova ripartenza».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.