Riapre l’ufficio postale di Sant’Ilario a Nerviano
Ad ottobre 2021 una sentenza del TAR aveva annullato il provvedimento con cui era stata comunicata la chiusura dello sportello di Sant'Ilario
Sette anni dopo una chiusura che aveva fatto a dir poco discutere, riapre i battenti l’ufficio postare di Sant’Ilario Milanese, per il quale Nerviano si era battuta anche con manifestazioni di piazza e con una raccolta firma che era arrivata oltre quota mille sottoscrizioni oltre che con un ricorso al TAR promosso ad inizio ottobre 2015 dall’allora sindaco Enrico Cozzi, inizialmente “bocciato” dal Tribunale Amministrativo Regionale in quanto ritenuto tardivo e poi portato avanti dall’amministrazione guidata da Massimo Cozzi, che si era opposta a quel primo “no”.
La chiusura dell’ufficio postale di Sant’Ilario era stata decisa da Poste Italiane nell’ambito di un più ampio piano industriale che prevedeva la chiusura di 61 sportelli in tutta la Lombardia, e da subito aveva provocato più di un “mal di pancia” in paese, penalizzando soprattutto la fascia più anziana dei residenti nella frazione. Ad ottobre dello scorso anno, però, per Piazza Manzoni era arrivata una prima vittoria proprio per mano della giustizia amministrativa.
Per il TAR, infatti, Poste Italiane, nel provvedimento con cui ha comunicato la chiusura dello sportello di Sant’Ilario, non ha motivato come avrebbe dovuto la scelta. «Il servizio universale impone all’ente che ha il compito di garantirne l’attuazione, quando assume la decisione di sopprimere un ufficio postale, di indicare puntualmente le ragioni per cui, in quel luogo, restano garantite prestazioni di servizi conformi agli obblighi imposti a livello europeo e nazionale – aveva spiegato il collegio giudicante nella sentenza -; in tale prospettiva, una decisione di chiusura basata sulla sola esigenza di assicurare “l’equilibro economico” non potrebbe di per sé ritenersi legittima, posto che essa ridurrebbe gli elementi da prendere in considerazione al solo utile economico, il quale diviene, in una tale ipotetica prospettiva, un criterio che va ad oscurare la rilevanza di una delle ragioni stesse del servizio pubblico, vale a dire l’esigenza, che dev’essere garantita in quanto tale, di assicurare a chiunque la ragionevole opportunità di poter fruire delle prestazioni del servizio medesimo. Ove il servizio postale non dovesse tenere in adeguato conto di siffatte ragioni e della preminenza delle stesse quand’anche — in ipotesi — in concreto antieconomiche, cesserebbe per ciò solo di essere un vero e proprio servizio pubblico, e regredirebbe ad essere mera attività di impresa orientata al solo profitto, in condizioni (a quel punto ingiustificabili) di monopolio od oligopolio.
«Naturalmente, quest’obbligo è sottoposto ad un limite di proporzionalità, nel senso che il sacrificio dell’economicità va rapportato e bilanciato con la non irragionevolezza del sacrificio che, in una situazione che può essere critica, può essere corrispondentemente domandato al fruitore medio del servizio – aveva aggiunto il TAR -. A tale proposito, una motivazione incentrata sul solo dato economico dell’asserita impossibilità di garantire condizioni di equilibrio, racchiusa in una motivazione piuttosto generica, potrebbe valere, del tutto in astratto, per un numero indefinito ed assai elevato di uffici postali dislocati sul tutto il territorio nazionale. Né, per valutare la sufficienza numerica degli uffici postali esistenti per soddisfare le esigenze della collettività potrebbe rilevare la mera misurazione chilometrica, dovendosi invece indagare la concreta idoneità dell’ufficio postale che rimane esistente ad assicurare un livello di servizio che presenti, anche per il territorio che viene sguarnito di un proprio ufficio, i connotati dell’universalità, vale a dire dell’accessibilità a chiunque a condizione economiche eque e ragionevoli del servizio».
E ora quella sentenza si è concretizzata in una saracinesca rialzata per la frazione di Sant’Ilario, accolta «con grandissima soddisfazione» dall’ex sindaco Massimo Cozzi, oggi capogruppo di Gruppo Indipendente Nervianese, Con Nerviano e Lega in consiglio comunale. «Eravamo rimasti alla sentenza del TAR dell’inizio del mese di ottobre 2021, quando eravamo ancora al governo cittadino, che dava pienamente ragione al comune, accogliendo il ricorso e annullando così il provvedimento di chiusura dello stesso – sottolinea Cozzi -. Stiamo parlando di un ricorso che risale al 2015, nel quale abbiamo creduto, confermandolo e integrandolo, anche quando le possibilità di successo sembravano poche. Non conosciamo gli sviluppi eventualmente intercorsi da ottobre in poi, sui quali chiederemo informazioni, ma appare evidente che si sia data applicazione a quella sentenza. Da parte nostra non abbiamo mai ceduto a nessun compromesso, ritenendo fondamentale la funzione sociale che aveva ed ha la presenza di quell’ufficio postale, soprattutto per le persone anziane. È proprio il caso di dire che, per una volta, hanno vinto i cittadini. E di questo non possiamo che essere soddisfatti».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.