Pregnana Milanese, sindaco Bosani: «Mancano medici di famiglia, le Istituzioni non rispondono»
Angelo Bosani sindaco di Pregnana Milanese segnala la carenza di medici di Medicina Generale anche sul suo territorio: «Molti pregnanesi non avranno un medico di base e tra loro ci sono anche io, con i miei familiari e mia madre ottantatreenne»
«Molti pregnanesi non avranno un medico di base e tra loro ci sono anche io, con i miei familiari e mia madre ottantatreenne». Così Angelo Bosani sindaco di Pregnana Milanese segnala la carenza di medici di Medicina Generale anche sul suo territorio. Un problema che dal 2021 sta fortemente colpendo tutto l’Alto Milanese e non solo. Non a caso per cercare di sopperire al problema, l’Ats Città Metropolitana di Milano ha cercato di dare risposte alle utenze senza medico attraverso la guardia medica (punto attivo è quello nell’ex Ospedale di Legnano).
La “piaga” è sempre più diffusa: il Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia pubblicato in questi giorni dalla Regione in Lombardia ci sono disponibili 1.166 posti per medici di assistenza primaria (Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta). Ed è stato stimato che nel 2021 ne mancavano 964. Il disagio tenderà ad aumentare mano a mano che i medici andranno in pensione. La mancanza di ricambio generazionale è un problema che non è stato affrontato per tempo. Infatti, la Regione ha approvato le nuove “Linee guida per lo sviluppo del corso di formazione specifica per i Medici di Medicina Generale (MMG) e per l’inserimento del tirocinio professionalizzante” soltando nel luglio del 2021. E a livello nazionale, come segnala lo stesso primo cittadino Bosani «non si è mosso ancora niente».
A questo si aggiungono difficoltà tecniche di assegnazione come quelle accusate a Pregnana: «Dopo il pensionamento del dottor Maestroni la dottoressa Tomba è stata il nostro medico per un paio d’anni, ma da domani non lo sarà più – afferma il sindaco -. Da paziente l’ho incontrata una sola volta. Da sindaco invece ci siamo sentiti molto più spesso, specie negli ultimi mesi, quando abbiamo provato a stabilizzare la sua posizione come medico nella nostra comunità. Ho parlato con ATS numerose volte, dalla scorsa estate, per chiedere un incremento del numero di medici di base a Pregnana e la conferma della dottoressa Tomba. Avevo iniziato a farlo già dopo il ritiro dall’attività della dottoressa Maestroni. Ho contattato Polis Lombardia per provare a convincerli ad assegnare la dottoressa Tomba a Milano, invece che a Brescia, per il suo corso di specializzazione, così da consentirle di conservare il suo ruolo. Questa cosa non avrebbe creato danni a nessuno. Abbiamo provato a smuovere Regione Lombardia anche sostenendo due raccolte firme alle quali hanno partecipato centinaia di voi. Abbiamo firmato e le abbiamo fatte avere al presidente Fontana. Alla fine ho scritto al Prefetto, chiedendo un suo intervento. Nessuna di queste azioni istituzionali ha avuto esito positivo. Azioni istituzionali, sì, non schiamazzi mediatici o retorica acchiappaclick, perché io rappresento un’Istituzione, il Comune, che dialoga con altre Istituzioni».
Non resta, quindi, che l’amarezza di constare la “miopia” del sistema, oltre che la poca lungimiranza della politica regionale e nazionale: «Devo dire che fino all’ultimo pensavo che la sua assegnazione sarebbe stata confermata: non perché sperassi nel reale interessamento di Regione alla nostra situazione sanitaria, ma perché ero convinto che “per comodità” lasciare la dottoressa Tomba al suo posto convenisse anche al Sistema Sanitario Regionale. Evidentemente mi sbagliavo. Al momento le notizie che mi arrivano da ATS dicono che non è certa l’assegnazione di un sostituto: potrebbe arrivare o non arrivare, lo stanno cercando, ma Regione non ha in servizio medici a sufficienza. Li risentirò domani. Ci sono Comuni nella nostra zona che non hanno nemmeno un medico o che ne hanno ancora meno di noi. Questa non può essere una consolazione né una giustificazione. Da 5 medici di base a Pregnana qualche anno fa siamo scesi a 4, poi a 3, ora a 2. Certo, dice ATS, nel distretto dei cinque Comuni del quale facciamo parte ci sono molti posti liberi (a Cornaredo o Settimo), ma del rapporto fiduciario e stabile tra medico e paziente, della vicinanza anche fisica tra curante e assistiti, dell’efficacia della medicina territoriale… Regione, Polis, ATS e tutto il Sistema Sanitario Regionale paiono non occuparsi. Settimana scorsa ero in metropolitana a Milano e ho letto una pubblicità: “Se il medico non risponde chiama la clinica San Taldeitali. Visite a 50 euro”. Da cittadino e da Amministratore sono rimasto disgustato. Forse però dovremmo chiederci tutti, noi Lombardi, perché abbiamo consentito a Regione Lombardia di demolire progressivamente quello che negli anni ’70 era il miglior Sistema Sanitario territoriale del Paese e forse del Mondo intero».
La speranza, per il primo cittadino è quella di veder presto attuare azioni per far tornare una «eccellenza» il servizio sanitario, assicurando che resti un sistema pubblico «Noi come Comune continueremo a svolgere la nostra azione di supporto: penso a quando abbiamo organizzato la vaccinazione antinfluenzale per gli anziani o ai trasporti delle persone più fragili ai presidi sanitari attraverso i servizi sociali – afferma il sindaco -. Per i prossimi anni spero che i Lombardi riflettano sulle scelte operate dai vertici di Regione e determinino un cambiamento: negli anni ’70 e ’80 avevamo il miglior servizio sociosanitario territoriale del Paese, oggi abbiamo ospedali eccellenti ma una medicina di base sempre più in difficoltà. Abbiamo le risorse per offrire ai cittadini il servizio sanitario che si meritano»
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