A Rescaldina un totem con i nomi delle vittime delle mafie: «Tutti hanno diritto di essere ricordati»
Inaugurata a Rescaldina davanti a La Tela la prima installazione che riporta i nomi delle 1.055 vittime che hanno perso la vita per mano delle mafie
La prima vittima fu Giorgio Verdura, ucciso nel 1879, l’ultima Francesco della Corte, assassinato nel 2018. È una storia lunga ormai quasi 140 anni quella della lotta alla criminalità organizzata, e Rescaldina, in occasione della 27° Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ha scelto di ripercorrerla passo dopo passo attraverso i 1.055 nomi di chi ha perso la vita per la causa. Nomi che da lunedì 21 marzo si possono leggere uno in fila all’altro nel totem giallo che fa bella mostra di sé davanti a La Tela, l’osteria sociale nata sulle ceneri di un locale sottratto alla ‘ndrangheta nel 2006 e diventata luogo simbolo proprio per la lotta alle mafie.
L’installazione, la prima in Italia che riporta tutti i nomi delle persone che hanno perso la vita a causa della criminalità organizzata, porta la firma della cooperativa sociale che gestisce il locale davanti al quale ha trovato “casa” ma anche quelle dell’associazione culturale Articolonove e del presidio di Libera del Legnanese e ha ricevuto il patrocinio del comune, ennesimo tassello con cui il paese compone il proprio personale mosaico dedicato alla cultura della legalità. «Questo totem è uno dei tre che l’associazione culturale Articolonove aveva posizionato nel Bosco della Pace e per tre anni è stato coperto con i disegni dei bambini delle scuole di Rescaldina che lanciavano i loro messaggi di pace, di amicizia e di solidarietà – ha spiegato Giovanni Arzuffi della cooperativa sociale La Tela durante la cerimonia di inaugurazione -. A causa delle intemperie e di alcuni vandalismi sono stati portati a La Tela, hanno allietato per un’estate il giardino esterno e ora l’unico totem sopravvissuto alle intemperie è stato restaurato e posizionato fuori dal locale con i nomi di tutte le vittime di mafia».
«Dietro a questi nomi che vediamo scritti ci sono persone, vite e storie che riguardano tutti – ha sottolineato il sindaco Gilles Ielo -, dai bambini agli adulti, da personaggi noti come Falcone e Borsellino a persone totalmente sconosciute. A Rescaldina abbiamo due beni confiscati alla criminalità organizzata: La Tela e un appartamento in via Barbara Melzi dove attualmente facciamo accoglienza per chi ha problemi psichici cercando di accompagnarli all’autonomia nell’ambito domestico. È significativo che un paese di soli 15mila abitanti abbia già due locali confiscati: è un numero importante, come quello delle vittime e come la data in cui è iniziata questa battaglia: ci dicono che tanto è stato fatto ma tanto ancora c’è da fare».
I nomi delle vittime impressi sul totem in paese in giornata sono risuonati anche in piazza Chiesa, in un audio lungo più di 50 minuti che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto è lunga la scia di sangue che le mafie si sono lasciate alle spalle negli anni. «In questi 1.055 nomi troviamo persone che si sono nell’esercizio del loro compito istituzionale come magistrati, giornalisti, sindacalisti, amministratori locali, ma troviamo anche tantissimi cittadini comuni che sono diventati vittime quasi per caso della violenza delle organizzazioni mafiose – ha ribadito Gian Piero Colombo, referente del presidio di Libera del Legnanese -: la giornata di oggi è stata istituita proprio per ricordarli tutti, perché ognuno ha diritto alla verità, ha diritto di essere ricordato, ha diritto di restare vivo nella nostra memoria».
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