Ex stalle del Castello di Legnano: il restauro tra storia e contemporaneità
L'amministrazione comunale ha osato presentando un progetto che pur mantenendo gli elementi originari dell'edificio in mattoni, propone elementi aggiuntivi come lamiere di alluminio e metallo brunito che vanno a coprire e completare la struttura - I rendering
Vecchio, nuovo. Antico, moderno. Continuità, contrapposizione. Elementi difficili da fare incontrare nell’ambito di un restauro, soprattutto se questo restauro riguarda un “Complesso di valore storico, testimoniale o culturale” quale è la struttura delle ex stalle dei Castello di Legnano, destinate a rinascere con una nuova funzionalità (bookshop, caffetteria, spazi destinati all’ospitalità, residenza e creatività per artisti). L’amministrazione comunale ha osato presentando ad un bando regionale un progetto che pur mantenendo gli elementi originari dell’edificio in mattoni faccia a vista, propone elementi aggiuntivi come lamiere di alluminio e metallo brunito che vanno a coprire e completare la struttura. Dopo avere mostrato le piante del progetto – già contestato dal consigliere comunale del Movimento dei Cittadini Franco Brumana – questa scelta di «prevedere una consistente reintegrazione materica e strutturale», la si vede ancora meglio nei rendering pubblicati insieme alla relazione tecnica del progetto (in copertina), dove passato e futuro si incontrano.
L’intenzione è quella di «mantenere l’attuale immagine, alquanto “delabrè”, veicolata attraverso la conservazione dei materiali esistenti, con solo interventi di riallineamento prestazionale e di protezione», ma anche di «caratterizzare i volumi aggiunti da materiali e linguaggi formali di assoluta contemporaneità». In particolare, esternamente, si prevede l’utilizzo di un rivestimento in lamiera di alluminio con finitura effetto brunito – rame ossidato: la lamiera sarà presso piegata e forata nel rivestimento a parete, sarà invece liscio il rivestimento in copertura del tetto (nel rendering in pagina).
Il metallo brunito, si legge nella relazione tecnica, è stato scelto in quanto «rivestimento che riprende la matericità e il colore di lattonerie ed elementi di finitura presenti nel castello» e perchè «si accorda con il colore del mattone a vista del basamento senza generare un contrasto troppo forte». Nel documento è citata anche la Carta del Restauro italiana del 1931-32 che indica come opportuni gli interventi realizzati con materiali diversi ma compatibili con i preesistenti.
Tuttavia questo non basta al consigliere Brumana: «Con questo recupero risulterà accentuato l’effetto di patchwork del Castello, purtroppo già riscontrabile a seguito di una precedente ristrutturazione, mascherata come restauro e l’intero complesso perderà una parte rilevante del suo valore storico ed estetico». «Questo intervento – avverte – viola i principi fondamentali del restauro cortificati nella “Carta di Venezia” del 1964».
Le funzioni
L’edificio ospiterà spazi polivalenti ad uso culturale integrati con uno spazio caffetteria, un bookshop ed altri destinati all’ospitalità, residenza e creatività degli artisti. Al piano terra caffetteria, bookshop, area coworking / riunioni interagiranno tra loro in un grande spazio fluido e aperto, in modo da consentire la massima flessibilità di utilizzo. La caffetteria sarà dotata di un proprio ambito di servizio con piccolo magazzino, bagno e spogliatoio. Al primo piano sarà collocata una sala polifunzionale che si presterà a vari utilizzi: sala eventi, riunioni, laboratorio, residenza artistica.
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