Il ladro di parole
Di Gianluca Fiore
Sono giornalista, e vivo di parole. Scritte, ma non solo, dato che sempre più spesso mi chiedono di fare l’opinionista nei talk show serali. E la cosa che non sono mai riuscito a sopportare (un vero paradosso per uno come me) è quando non mi vengono.
Uno potrebbe pensare che è una cosa che succede, che non ne devo fare una tragedia, ma essere privato del mio strumento è come levare la bicicletta ad un campione del Giro d’Italia. Una menomazione. Ogni tanto, nei momenti meno indicati, non riesco a trovare la parola giusta. Mia moglie cerca di aiutarmi, e spesso la cosa si trasforma in scenette piuttosto ridicole, con me che cerco di spiegare cosa vorrei dire e lei che cerca di indovinare. E quasi mai ci riesce.
Mi capitava spesso anche quando ero piccolo. Allora c’era mio nonno che arrivava in soccorso e a volte riusciva a capire quale era la parola che non trovavo. Un giorno eravamo nel suo studio, e mi dice sai Francesco, in realtà non è colpa tua se ogni tanto le parole non ti vengono, perché questo succede quando vicino a te passa il ladro di parole. E chi è, nonno? E’ un bambino curioso, invisibile, che se sente qualcosa di interessante…oop! ti ruba la parola e tu rimani come un fessacchiotto. Ma il suo lavoro non finisce qui. Una volta a casa, in una delle nuvole più alte del cielo, il ladro di parole completa il suo esercizio, ed elimina quelle brutte, e quelle che lui non vorrebbe mai sentire. E allora comincia a fare la cernita. Guerra, la butto. Fame, non la voglio vedere. Violenza, via nel cesso. Sfruttamento dei bambini, la distruggo. Alla fine tiene da parte solo quelle che assieme possono costruire un racconto bello, e pieno di promesse.
Questa del ladro di parole divenne una favola familiare, anche quando mio nonno, ormai passati i novant’anni, cominciò a sragionare. E quando la domenica a tavola circondato da figli, nipoti e pronipoti non riusciva più a parlare bene tutti, anche i più piccoli, gli dicevano nonno, nonno, non ti preoccupare, sta passando il ladro di parole…
Un giorno di Dicembre – mancava poco a Natale – mi chiamarono al giornale. Nonno era vicino alla fine, anche il medico non sapeva più cosa fare. Passai la notte accanto a lui, e mi raccontava cose senza un filo logico, ormai perso nella sua dimensione. Verso mezzanotte, mentre gli stavo rimboccando le coperte, si sollevò e gli si illuminò il viso. Guardò verso l’alto e mi disse France’, France’, è arrivato il ladro di parole, mi deve fare il suo discorso…poi rimase così per qualche istante, come se ascoltasse qualcuno. Si adagiò sul guanciale, e lasciò questo mondo con uno dei suoi sorrisi migliori.
Il ladro di parole esisteva davvero.
Racconto di Gianluca Fiore
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