Legnano Patrimonio, il comune vuole meno cemento per la ex piattaforma ecologica di via Menotti
Il parere richiesto dal potenziale acquirente del terreno in via Menotti di Legnano Patrimonio non è ancora stato emesso, ma il comune ha rilevato criticità
Solo qualche settimana fa per le sorti di Legnano Patrimonio, società nata nel 2008 per portare avanti le operazioni di cartolarizzazione degli immobili del comune di Legnano, sembrava profilarsi una svolta grazie ad un potenziale acquirente. Un privato, infatti, aveva chiesto agli uffici comunali proprio tramite la società un parere preventivo per un progetto di massima per il terreno tra via Ciro Menotti e viale Sabotino dove fino a marzo 2013 si trovava una delle due piattaforme ecologiche della città, ultimo bene “in pancia” alla partecipata. In soldoni, si parlava dell’ipotesi di realizzare nell’area due edifici commerciali (uno alimentare con una superficie di vendita di 1.500 metri quadri e uno non alimentare con una superficie di vendita di 800 metri quadri) e edifici residenziali da quattro piani più box interrati. Ora, invece, anche se il parere di Palazzo Malinverni deve ancora essere messo nero su bianco, sul cammino da sempre in salita di Legnano Patrimonio si intravedono nuovi ostacoli.
La controversa storia della partecipata è iniziata ormai quasi 15 anni fa con l’acquisizione di alcuni beni immobili da Palazzo Malinverni. Per versare nelle casse del comune il corrispettivo la società aveva acceso un finanziamento ipotecario, che nei piani originali avrebbe dovuto essere estinto proprio grazie ai proventi della vendita dei beni sul libero mercato. Il proverbiale “bastone tra le ruote”, però, lo aveva messo la crisi del mercato immobiliare e di quello creditizio, impedendo di fatto di arrivare a scrivere la parola fine in calce al programma di dismissioni messo in cantiere.
Il risultato è che uno di quei beni, per l’appunto il terreno tra via Ciro Menotti e viale Sabotino, ha tuttora un destino irrisolto. L’ultimo tentativo di trovare una soluzione risale alla seconda metà del 2020, quando l’area da quasi 27mila metri quadri – che per il 71,43% è di proprietà di Legnano Patrimonio e per il 23,5% fa capo ad Amga, altra partecipata del comune, con una piccola quota di proprietà di privati – era stata messa all’asta. Di offerte, però, non ne erano arrivate, anche perché il prezzo base si era rivelato troppo alto. Con tanto di conseguente aggiornamento della perizia di valutazione che dagli oltre 4 milioni di euro inizialmente stimati ha abbassato il valore del terreno a 2,5 milioni di euro.
A fine ottobre 2021, peraltro, la società cui nel 2018 era stato ceduto il credito relativo al finanziamento ipotecario aveva fatto sapere, tramite un mandatario, di avere intenzione di dare corso alla procedura esecutiva sul terreno, pur dando la disponibilità a sospendere l’iter in caso di sviluppi positivi. E lo sviluppo, nonostante lo scorso anno non ci siano state nuove aste, sembrava poter arrivare dalle decisioni dell’ipotetico acquirente, intenzionato in caso di riscontro positivo ad avviare una trattativa per l’acquisizione del terreno. Il progetto di massima, però, se ancora non si può parlare di fumata nera, sembra incanalato quantomeno verso una fumata grigia.
«Esiste una serie di criticità per come il piano è stato disegnato e rispetto all’individuazione dei possibili standard sia per il verde che per i parcheggi – ha spiegato l’assessore alla partita Lorena Fedeli nell’ultima riunione (al vetriolo) della commissione urbanistica -, che per come sono disegnati formalmente vengono dichiarati di utilità pubblica ma a tutti gli effetti lo sono in modo molto marginale. Ci sono criticità anche rispetto ad alcune riconnessioni richieste dal piano di cui non hanno tenuto conto, e la parte residenziale ha un sistema di ingressi e uscite che va ad impattare in modo significativo con l’asse del Sabotino. Per quanto riguarda invece le considerazioni di tipo più politico, questa amministrazione deve ancora esprimersi nel merito e lo farà a breve, ma oltre a sottolineare le criticità che ci sono avrebbe la necessità di ridurre il più possibile le volumetrie edificate e possibilmente avere una parte da destinare ad utilità pubbliche che abbia una consistenza decisamente diversa».
Anche dai banchi dell’opposizione – che fin dalle battute d’apertura della seduta non ha risparmiato critiche all’assessore Fedeli arrivando a ventilare l’ipotesi di una mozione di sfiducia nei suoi confronti – non sono mancate le perplessità. «Ci troviamo di fronte ad un paradosso – ha sottolineato Franco Brumana, capogruppo del Movimento dei Cittadini, il più netto nel dare voce al suo “no” al progetto -: il comune di Legnano che chiede al comune di Legnano un parere su un progetto di massima bruttissimo. Quello che bisogna dire è che non si fanno supermercati, non dobbiamo imporlo ad un privato ma dobbiamo far ritirare questo progetto orripilante da speculazione edilizia anni ‘6o a Legnano Patrimonio. In quella zona occorre realizzare prima di tutto verde pubblico e in secondo luogo un’edilizia estremamente limitata che sia al servizio del quartiere Mazzafame».
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