A Legnano dal 2003 ma con il cuore in Ucraina, Natalia: “Ci eravamo aperti al mondo, ora cosa succederà?”
Natalia lavora come barista al Muu di piazza don Sturzo ed è una delle tante legnanesi d'adozione che sta vivendo da lontano il dramma della crisi tra Russia e Ucraina
A Legnano dal 2003 ma metà del cuore sempre in Ucraina, dove vivono ancora i suoi genitori e i suoi amici. Natalia lavora come barista al Muu di piazza don Sturzo ed è una delle tante legnanesi d’adozione che sta vivendo da lontano il dramma della crisi tra Russia e Ucraina.
«Fortunatamente la mia famiglia abita in un paese al confine con la Polonia, dalla parte opposta delle tensioni – spiega – i miei genitori sono anziani, stanno bene e non hanno per il momento subito alcun disagio ma la preoccupazione è tanta. Ricordiamo cosa è successo nel 2014: dal sud dell’Ucraina erano fuggite tante persone che abbiamo accolto. Non ho chiara come sia la situazione geopolitica in queste ore, mi informo come vi informate qui in Italia. La Russia non vuole che l’Ucraina si apra al mondo ed entri nella Nato. Per noi viaggiare è diventato semplice: possiamo fare avanti e indietro senza visto, non oso immaginare cosa potrebbe succedere in caso di conflitto. Cosa farò con i miei genitori? Per ora hanno la loro pensione e vivono tranquilli e speriamo non debbano stravolgere la loro vita».
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