Ospedale di Legnano: aumentano i pazienti Covid, convertiti due reparti di Medicina
Super lavoro per la Medicina dove il prof. Mazzone lancia una proposta sull'esempio degli ospedali australiani che lasciano operativi nei reparti Covid medici e infermieri positivi ma asintomatici
Venerdì 7 gennaio, i malati Covid-19 ricoverati all’Ospedale di Legnano erano 110. Numero destinato ad aumentare. alimentando una notevole pressione su tutto il personale in corsia.
La diffusione del virus raggiungerà il suo apice a cavallo tra gennaio e febbraio. L’ospedale ha ben chiaro il piano strategico per far fronte a questa situazione con tutti i possibili imprevisti di simile pandemia. In questo contesto la Medicina di Legnano, con il prof Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento di Area medica dell’Asst Ovest Milanese, ha convertito due reparti Covid. A questi si aggiunge il reparto “Tenda” sotto la gestione dell’Infettivologia. Tra l’altro, considerato che tra i ricoverati c’è, seppure in minima parte, una percentuale di vaccinati (pazienti particolarmente fragili che presentano più patologie) sono state avviate alcune ricerche, come la memoria immunologica, per capire quali siano i fattori che hanno permesso al virus Sars-Cov2 di svilupparsi in malattia.
Un super lavoro per il personale dell’Area Medica che ha dovuto “fermare” l’attività ambulatoriale per cercare di aiutare a gestire, «in “concerto” con tutte le specialità, sia i reparti puliti che quelli Covid». A mettere maggiormente in difficoltà la struttura è la positività di diversi medici e infermieri, che si trovano a dover rispettare la quarantena anche se asintomatici. A tal proposito, il prof Mazzone ha riportato l’esempio dell’Australia, «dove si permette a coloro che sono positivi e asintomatici, quindi che stanno bene, di prestare servizio nei reparti Covid. Sarebbe una soluzione da tenere in considerazione, vista la nostra situazione».
Ormai sembra ovvio che, se il flusso relativo ai ricoveri continuerà ad aumentare, l’Ospedale si troverà costretto a rallentare anche l’attività chirurgica «per recuperare posti letto da offrire ai pazienti Covid». Ma, attenzione, a differenza delle scorse ondate, l’obiettivo «è quello di mantenere attivi i servizi dedicati ai pazienti no Covid – precisa Mazzone -. In questo momento anche su questo fronte registriamo un flusso costante ed importante. Di certo mantenere gli equilibri non è semplice». Insomma, anche questa quarta ondata rappresenta per medici, infermieri e operatori sanitari un altro intenso e pesante periodo, soprattutto perchè sulle spalle di tutti ci sono due anni di lavoro “no stop”.
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