Utenti al vecchio ospedale di Legnano: “Abbiamo bisogno di essere assistiti, non essere offesi e minacciati”
Da diversi lettori che si sono sottoposti al tampone testimonianze allineate su chi gestisce in maniera molto personale gli ingressi in auto al vecchio ospedale. Unanimi apprezzamenti, invece, per gli operatori sanitari
In questi giorni il servizio dei tamponi al vecchio ospedale di Legnano si sta svolgendo con particolare attenzione da parte di forze dell’ordine e di controllo. Polizia Locale, affiancata dalla Protezione civile, e Polizia di Stato sono costantemente presenti all’ingresso di via Canazza e lungo il Sempione per assicurare minori disagi possibili agli utenti e al traffico in generale. Un lavoro che inizia alle 6,30 e si conclude solo nel pomeriggio, quando le code di auto svaniscono all’interno dei percorsi ospedalieri.
In questo contesto, urta, invece e purtroppo, l’atteggiamento di un responsabile della organizzazione ospedaliera più volte segnalato nelle testimonianze dei nostri lettori per creare tensione, piuttosto che gestirla.
Dopo quanto pubblicato ieri (“Un incaricato presente al cancello d’ingresso, insolente e maleducato, allontana chiunque…”, ma anche “…con molta arroganza e poca voglia di lavorare, mi viene detto da un signore che sbraitava senza mascherina…), oggi si aggiungono altri messaggi perfettamente allineati nella descrizione del clima esistente.
“…tutti seduti nelle nostre macchine attendiamo – scrive Clara -, alle 6.20 circa arriva un signore che comincia ad urlare e suonare il clacson della macchina imprecandoci contro perche’ intasavamo la strada. Errato perche’ eravamo tutti su di un lato lasciando liberi il passaggio. Prima di tutto era senza mascherina, non teneva distanziamento e soprattutto non aveva un tesserino di riconoscimento, quindi poteva essere chiunque. Continuava ad urlare, praticamente senza controllo, non riuscivamo ad avere una spiegazione logica sul modo di svolgimento dei tamponi… Questo signore nel telegiornale andato in onda oggi su Italia Uno e Canale5 si vede chiaramente che ancora urla, e non si capisce il motivo, alle persone in attesa per il tampone”
Analoga la testimonianza di un papà che accompagnava il figlio: “Mi sono presentato il 27 alle 6. È arrivato il direttore suonando il clacson e urlando dal finestrino della macchina. Io penso che un po’ di polso per farsi rispettare ci voglia ma quello che mi da più fastidio è che lui possa sbraitare senza nessuna educazione nelle orecchie della gente e senza la mascherina. Mi chiedo perché lui sia esente. Ha minacciato di aprire più tardi, di mandare a casa tutti… Nessun rispetto indistintamente per i cittadini legnanesi”.
Facciamo nostra la considerazione della lettrice Andrea Giada: “Ora io so che la situazione in questi giorni non è delle migliori ma questa disorganizzazione fa male a tutti, è necessario che questa situazione venga segnalata ed esposta a tutti. Bisogna prendere una linea e restare su quella però. Tutti devono dire le stesse cose e dare le stesse informazioni corrette e soprattutto non devono permettersi di trattare male le persone che stanno già male e cercano solo di farsi fare un tampone”.
Ad Asst e Ats l’obbligo di una assistenza efficace ed efficiente a favore degli utenti. Lasciare la responsabilità a chi non sa gestire situazioni di forte tensione alimenta solo sentimenti comunitari di sdegno che, alla fine, coinvolgono istituzioni essenziali per la nostra quotidianità.
Naturalmente, il caso segnalato non coinvolge tutti coloro che con diverso spirito collaborativo stanno svolgendo il delicato servizio di assistenza ai tamponi. E qui ci affidiamo di nuovo a Clara che, nel suo commento, scrive: “Ho effettuato il tampone alle 10, dove ho incontrato due operatori veramente gentili, dopo quasi 6 ore di attesa”. Meno male. Qualcuno che sa come trattare il prossimo c’è ancora.
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