All’Ospedale di Legnano 44 pazienti ricoverati per Covid, 8 sono in terapia intensiva
In una settimana i ricoveri sono aumentati del 22%, per un totale di 8 posti letto occupati in più. Due pazienti in più anche in terapia intensiva
Continua a salire anche all’Ospedale di Legnano, come in tutta la Lombardia, il numero di pazienti ricoverati per Covid-19. Nell’ultima settimana il numero di posti letto occupati da pazienti alle prese con il virus è infatti aumentato anche nell’azienda ospedaliera di riferimento per il nostro territorio, con un andamento sostanzialmente parallelo rispetto alla crescita dei contagi: se le nuove positività a Legnano e dintorni hanno fatto registrare un +21,15%, per un totale di 378 nuovi casi, i ricoveri all’Ospedale di Legnano sono saliti del 22,2%.
Coronavirus: in una settimana 144 nuovi casi a Legnano, 378 in tutto nel Legnanese
LA SITUAZIONE ALL’OSPEDALE DI LEGNANO
Sono in tutto 44 i pazienti che ad oggi, lunedì 29 novembre, sono ricoverati all’Ospedale di Legnano per coronavirus. Nell’arco di una settimana il numero di letti occupati da pazienti alle prese con l’infezione da Sars-CoV2 è cresciuto del 22,2%: lo scorso 23 novembre i ricoverati erano infatti 36. Già allora era comunque tornato a fare da reparto Covid il reparto “Tenda”, che per un breve periodo era stato convertito in ampliamento del pronto soccorso per mettere più letti a servizio delle emergenze.
I ricoverati in degenza ordinaria sono 36, mentre otto pazienti si trovano in terapia Intensiva. Anche la percentuale di occupazione della rianimazione è quindi aumentata rispetto ai sei posti letto destinati a pazienti Covid di una settimana fa, in linea con le previsioni dei medici che già allora stimavano un possibile aumento.
Quella con cui abbiamo a che fare oggi, nonostante le incognite legate alla nuova variante Omicron, è una situazione comunque diversa rispetto allo scorso anno, quando si chiudeva il mese più “nero” da inizio pandemia per il nostro territorio: ci sono i vaccini che offrono un buon livello di protezione contro le forme più gravi della malattia, la variante attualmente dominante è più contagiosa di quella che circolava 12 mesi fa e le restrizioni sono molte meno di quelle dello scorso novembre.
I RICOVERI IN LOMBARDIA
In Lombardia il 12,34% dei posti letto degli ospedali di area non critica, ovvero quelli dei reparti malattie infettive, medicina generale e pneumologia, a domenica 28 novembre risultava occupato da pazienti positivi al Covid, per un totale di 817 ricoveri. Se guardiamo alle terapie intensive la percentuale di occupazione scende invece al 6,47%, con 99 ricoveri. Il quadro definito dai dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali parla di un andamento in crescita ad un livello superiore a quello nazionale per i reparti ordinari, dove la percentuale si attesta complessivamente all’8,88%, ma lievemente più contenuto per quanto riguarda le terapie intensive, dove considerando l’intero territorio italiano i ricoveri hanno raggiunto quota 7,37%.
L’ultimo dato disponibile rispetto agli accessi in pronto soccorso risale a domenica 28 novembre e parla di un 5,62% di pazienti che si sono rivolti alle strutture ospedaliere per sospetta Covid-19 (490 su un totale di 8.712) ma di un numero totale di accessi comunque in linea con quelli rilevati nel 2018 e nel 2019, ovvero prima che iniziasse la corsa del virus. In base all’ultima ricognizione giornaliera dei posti letto effettuata dal Ministero della Salute, sul territorio regionale sono in tutto 6.616 i posti letto disponibili in area non critica, mentre nelle terapie intensive sono 1.530.
Proprio il numero di ricoveri sarà fondamentale per gli eventuali giri di vite nelle restrizione contro il coronavirus: si resta in zona bianca con meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti o, se i contagi settimanali rientrano nella forbice tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti, con un tasso di occupazione delle terapie intensive non superiore al 10% o un tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superiore al 15%. Zona gialla, invece, con più di 150 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti ma un tasso di occupazione delle rianimazioni non superiore al 20% oppure un tasso di occupazione dei reparti ordinari non superiore al 30%: se entrambi i parametri vengono “sforati”, scatta la zona arancione. La zona rossa, invece, verrà attivata laddove l’incidenza settimanale dei contagi sia pari o superiore a 150 casi ogni 100mila abitanti e il tasso di occupazione dei posti letto superi il 40% nei reparti non di area critica e il 30% nelle terapie intensive.
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