Covid e variante Omicron, Viganò predica calma: «Non è ancora certo che “buchi” il vaccino»
Dopo l'arrivo della variante Omicron in Italia, abbiamo sentito il dott. Paolo Viganò già primario dell'Infettivologia di Legnano: "La novità è tutta da studiare, eccessive preoccupazioni non sono giustificate, ma vacciniamoci"
«Bisogna ancora accertare se la variante Omicron “buchi” l’attuale versione del vaccino. È di certo una possibilità, ma non giustifica posizioni di resistenza verso la campagna vaccinale». Così il noto infettivologo dottor Paolo Viganò è intervenuto (oggi 27 novembre) a seguito dell’annuncio della scoperta della nuova variante sudafricana individuata in Italia al Sacco di Milano. Ma non ancora intercettata sul territorio dell’Asst Ovest Milanese.
Saranno necessarie alcune settimane prima di capire se il vaccino resiste a Omicron. «Delle varianti dell’Hiv e dell’epatite non se ne parla mai. Ma su quelle del Covid sono tutti pronti a dire la loro – afferma con decisione l’esperto, ex responsabile dell’Infettivologia dell’Ospedale di Legnano -. Chiariamo bene la situazione. Il vaccino non è la panacea di tutti mali. L’epidemia non è finita. La mascherina e il distanziamento servono ancora. E il vaccino è importante per ridurre la gravita della malattia. I numeri parlano chiaro. L’anno scorso contavamo 130 mila morti per Covid. Oggi la mortalità si è abbassata decisamente e ci possiamo permettere più libertà. Questo è significativo. Dice che il vaccino serve. Anche se c’è ancora molto da fare».
Le dosi che attualmente vengono somministrate non contemplano la variante Omicron e questo sta facendo sorgere diversi dubbi tra le persone che si apprestano a sottoporsi alla terza dose. A tal proposito Viganò invita tutti a ragionare con raziocinio: «Non date retta a tutto ciò che viene detto in tv. Tenete poi conto che probabilmente dovremo sottoporci anche ad una quarta dose». A coloro che hanno dubbi per sottoporsi alle dosi “booster”, Viganò, ribadisce: «Sono timori infondati».
Con decisione e forza l’infettivologo ha ricordato che «questo vaccino è stato realizzato dopo un anno di epidemia: una cosa unica. Ed i risultati che ha dato sono più che positivi, rispetto alle previsioni iniziali. Ricordatevi del vaccino che hanno fatto i nostri padri quando andavano a militare: nessuno è mai morto. Ricordatevi il periodo della poliomenite: allora era obbligatorio il vaccino e non c’erano lamentele. Nessuno è sceso in piazza per i vaccini contro la febbre gialla. Oppure pensate a quando intraprendete viaggi all’estero: nessuno rinuncia perchè il vaccino è un obbligo». Al di là di tutto Viganò resta convinto di una cosa: «Si sta reclusi in casa sperando che la la pandemia finisca, oppure si scende in strada con il vaccino e si vive».
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