All’Ospedale di Legnano nel 2020 culle piene nonostante il lockdown: in un anno 872 parti
L'ospedale ha fatto anche da epicentro per il trattamento delle donne in gravidanza positive al coronavirus, assistendo una ventina di partorienti
Culle sempre più vuote nel Legnanese, ma non all’Ospedale di Legnano. Lo scorso anno i nuovi nati negli undici comuni del territorio erano stati in tutto 1.248, il numero più basso degli ultimi dieci anni e poco più della metà dei 2.436 decessi registrati nello stesso arco di tempo. La fotografia delle culle sempre più vuote nella nostra zona era emersa nei mesi scorsi dal bilancio demografico diffuso dall’Istat, che restituiva un’immagine in linea con le dinamiche demografiche nazionali. Ma non con quelle dell’ospedale di via Giovanni Paolo II, dove nel 2020 la cicogna ha fatto tappa 872 volte, una cinquantina in più rispetto all’anno precedente, segnano un +6% circa nei parti.
L’ospedale cittadino in questi mesi ha fatto anche da epicentro per il trattamento di pazienti positive alla Covid-19, allestendo «in brevissimo tempo» un settore, la cosiddetta area grigia, dedicato alle donne in gravidanza alle prese con il virus o comunque con il sospetto di aver contratto la patologia. Per loro visite ambulatoriali, ecografie e sale parto dedicate, una sala operatoria a pressione negativa e percorsi ad hoc per il futuro papà o comunque per l’accompagnatore ppresente in sala parto con tampone gratuito. Le partorienti positive al coronavirus assistite sono state in tutto una ventina, cui si aggiungono le donne incinta inviate da altri ospedali per monitoraggi o ecografie.
Una rondine, però, non fa primavera, e per tirare le somme bisognerà aspettare la fine dell’anno, quando sarà possibile valutare gli effetti della pandemia sulle nascite su un lasso di tempo più ampio. Il “baby boom” registrato durante il primo lockdown, infatti, è stato seguito da una «denatalità significativa» nei primi mesi del 2021, quando c’è stata un’«importante riduzione dei parti», che comunque negli ultimi mesi sono tornati su livelli più vicini alle medie registrate dall’ospedale.
IL REPARTO
Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Legnano, comunque, è in crescita e non ha paura di “diventare grande”. «La nostra mission è quella di esaltare i due pilastri dell’assistenza medica – sottolinea il primario Guido Stevenazzi -: l’umanizzazione e l’offerta di servizi di alta qualità. Nei nostri ambulatori sono sempre presenti contemporaneamente medico e ostetrica per le visite, ognuna delle quali è corredata da valutazione ecografica. Abbiamo un centro di diagnosi prenatale che ci dà la possibilità di effettuare le ecografie relative ai tre trimestri di gravidanza e, nel primo trimestre, di stimare le aneuoploidie, individuando un feto con anomalie cromosomiche maggiori tramite ecografia e prelievo ematico materno combinati. Esiste anche la possibilità di diagnosi prenatale invasiva con amniocentesi e villocentesi, esami determinanti per lo studio di problematiche di questo tipo, con il supporto di una consulenza genetica».
«Il nostro ospedale vanta reparti con specialisti di alto livello che consentono un approccio multidisciplinare alle pazienti – aggiunge Stevenazzi -: psicologo e psichiatra dedicati all’Ostetricia (tutte le pazienti che partoriscono in reparto vengono sottoposte a questionari per individuare il rischio di depressione post partum, ndr), il diabetologo, che fornisce supporto per le gravidanze in mamme che soffrono di diabete anche insulino-dipendente, l’endocrinologo che segue ad esempio le patologie tiroidee, il reumatologo che si occupa delle patologie autoimmuni, il cardiologo per le malattie cardiovascolari e il fiore all’occhiello della Neurologia che ci permette di trattare le gravide con sclerosi multipla e patologie molto serie. Non ultimo grazie all’Infettivologia possiamo seguire donne con patologie anche gravi come l’HIV e i neonati nati con protocolli specifici. In Ginecologia, invece, ci siamo prodigati per il trattamento mininvasivo, con telecamere per visione laparoscopica di ultimissima generazione e tecniche mininvasive utilizzate ormai in oltre l’80% degli interventi».
Parti meno dolorosi all’Ospedale di Legnano: inaugurate le nuove docce in ricordo di Bianca Ballabio
Le sale parto, inoltre, ora hanno un’arma in più: quattro nuove docce (inaugurate oggi, 24 novembre) che permetteranno alle gestanti un travaglio in analgesia naturale con musicoterapia e cromoterapia, donate dalla Fondazione Bianca Ballabio nell’ambito dell’iniziativa “Il Germoglio di Bianca”. Queste andranno ad aggiungersi «all’assistenza one to one, che significa che a tutte le donne che entrano nelle sale parto viene assegnato un’ostetrica che segue l’intero travaglio fino al parto, all’incentivo del contatto pelle a pelle con il bambino, molto importante per lo sviluppo del rapporto madre-figlio e per stimolare l’allattamento, e al rooming in che permette alle mamme di tenere il neonato in camera 24 ore su 24 con l’assistenza di ostetriche e infermiere sia dal punto di vista pratico, soprattutto per l’allattamento, sia dal punto di vista psicologico – conclude il primario del reparto -. Dallo scorso anno disponiamo infine di un sistema computerizzato di monitoraggio dei battiti cardiaci dei feti delle donne in travaglio in una stazione centrale controllata da medico e ostetrica, che possono fare da supporto a chi si trova in sala parto».
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