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Estorsioni con metodo mafioso e associazione per delinquere: sequestrata una tabaccheria di Legnano

Le persone denunciate sono complessivamente 23. Perquisizioni tra Emilia-Romagna, Lombardia, Campania e Calabria

legnano generica

Comportamenti mafiosi nei confronti di tutti i loro dipendenti, fatture false e introduzione nello Stato di monete falsificate. È quanto emerso dall’operazione “Ragnatela” che ha portato al sequestro di due attività in Lombardia tra cui una tabaccheria di corso Italia a Legnano e all’arresto di due persone residenti nel Milanese. Complesse le indagini di polizia giudiziaria che hanno visto coinvolti i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Bologna. Attività che si sono concluse alla fine di ottobre ed hanno portato alla chiusura dell’attività legnanese proprio in questi giorni. In totale sono stati sequestrati beni e liquidità per un totale di due milioni di euro.

L’ordinanza di custodia cautelare ha colpito due crotonesi ed ha visto un sequestro preventivo diretto e “per equivalente” (nei confronti dei medesimi e di altre 21 persone fisiche e giuridiche) di 2 milioni di euro. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Bologna su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono associazione per delinquere, estorsione (aggravata dal “metodo mafioso”), bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e per operazioni dolose, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, emissione di fatture per operazioni inesistenti, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate.

Le persone denunciate sono complessivamente 23 e il P.M. titolare delle indagini ha delegato perquisizioni tra Emilia-Romagna, la Lombardia, la Campania e la Calabria. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati beni per oltre 1,5 milioni di euro, tra cui denaro contante per 120 mila euro, una società immobiliare, un esercizio di rivendita al dettaglio di generi di monopolio, due autovetture e nove orologi di pregio.

Di fatto i due arrestati hanno drenato liquidità da due società, ricorrendo ad assunzioni fittizie, fatture per operazioni inesistenti rilasciate da soggetti compiacenti (relativi a lavori di ristrutturazione mai effettuati, acquisti fittizi di cespiti e prestazioni di servizio mai ricevute) e a conti e carte di credito delle società utilizzati per acquisti estranei alle finalità societarie. Numerosi e gravi gli episodi estorsivi attuati, con modalità tipicamente mafiose, ai danni dei dipendenti della struttura, costretti a dimettersi volontariamente dopo ripetute minacce, atteggiamenti intimidatori e prevaricazioni di vario genere. Gli stessi sono stati poi assunti dalla “nuova” società cooperativa, Si fossero rifiutati di aderire a tale disegno, sarebbe scattato per loro il licenziamento in tronco.

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Pubblicato il 18 Novembre 2021
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