Pensioni e DDL Zan, Sinistra Italiana Altomilanese: «Governo e Senato affossano i diritti sociali e civili»
La cronaca politica degli ultimi giorni ha fatto sobbalzare sulla sedia il circolo dell'Alto Milanese di Sinistra Italiana, critico rispetto alle decisioni arrivate dalle stanze dei bottoni romane
Prima lo scoglio legato alle pensioni, con il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi che ha abbandonato il tavolo di confronto con i sindacati per l’addio a “Quota 100”, con una successiva soluzione ponte che permetterà per il solo 2022 di andare in pensione in anticipo raggiungendo “Quota 102” con 64 anni di età e 38 di contributi e un fondo per traghettare i più penalizzati dall’innalzamento dei requisiti. Poi il naufragio del disegno di legge Zan in Senato, che con i 154 sì alla “tagliola” richiesta da Lega e Fratelli d’Italia ha messo fine all’iter del provvedimento spostando le lancette dell’orologio in avanti di almeno sei mesi per una nuova proposta di legge, che dovrà poi peraltro essere calendarizzata da uno dei due rami del Parlamento e iniziare un nuovo percorso. La cronaca politica degli ultimi giorni ha fatto sobbalzare sulla sedia il circolo dell’Alto Milanese di Sinistra Italiana, che punta il dito contro le più recenti decisioni arrivate dalle stanze dei bottoni romane.
«Si giustifica il ritorno alla legge Fornero sostenendo che, in caso contrario, i giovani di oggi non avranno la pensione domani – sottolinea il circolo dell’Alto Milanese di Sinistra Italiana -. Un po’ come quando si diceva che la flessibilità del lavoro è importante per trovare occupazione e che la colpa della precarietà dei figli è del “posto fisso” dei genitori. Si vuole riportare ad un conflitto generazionale e non ad un conflitto che è puramente di classe e sociale in quanto il problema dei giovani non è l’età pensionabile dei genitori, ma la precarietà e i bassi salari. Avere una pensione dignitosa non è un lusso, è un diritto per tutti, anche per i giovani e i precari. Con la riforma Fornero i giovani di oggi andranno in pensione, se tutto va bene a più di 70 anni e con assegni ridicoli. Precarietà e bassi salari ammazzano ogni prospettiva, a prescindere che i genitori vadano in pensione a 62 o a 67 anni oltre al fatto che il non ricambio generazionale impedisce l’entrata dei giovani nel mercato del lavoro. È perciò necessario invece affrontare il problema del lavoro e dell’occupazione ridando dignità al lavoro anche combattendo la precarietà e i ricatti a cui sono sottoposti oggi i giovani indipendentemente dalle competenze acquisite.»
«Il Senato aveva l’occasione di scrivere una bella pagina di politica e di diritti – aggiunge il partito -. Hanno scritto, invece, a causa soprattutto di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva, una delle più vergognose, tristi e violente pagine affossando una legge finalizzata a proteggere i più fragili e punire chi odia. Lo hanno fatto utilizzando il voto segreto senza avere neanche il coraggio di assumersi le responsabilità delle proprie azioni e lo hanno fatto sulla pelle, sui sentimenti e sulle fragilità delle persone che, ogni giorno, vivono nella discriminazione oltre a subire pesanti violenze fisiche e psicologiche. Quello che è successo si chiama oscurantismo, addirittura esultando al Senato per l’affossamento di una legge che parla di diritti. Siamo da sempre convinti che nel nostro Paese i diritti sociali e civili vadano di pari passo e saremo a fianco delle parti sociali, dei comitati, della comunità LGBT+, dei sindacati per contrastare e spingere il Governo, dove siamo all’opposizione, e il Parlamento ad adottare soluzioni degne di un Paese civile».
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