Bonvesin: sei “Giusti tra le Nazioni” raccontati dagli studenti
L'Istituto ha concluso la prima edizione del progetto "La scuola in un palcoscenico" iniziativa che vede la collaborazione della la Fondazione Gariwo
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«I "Giusti tra le Nazioni" sono gli eroi di ieri e di oggi, perchè il bene c'è ed è possibile». Questo il fil rouge del progetto "La scuola in un palcoscenico" che ha visto la collaborazione tra l'istituto Bonvesin de La Riva di Legnano e la Fondazione Gariwo realtà impegnata nel promuovere le storie dei "giusti".
Percorso didattico terminato sabato 18 maggio e che ha visto gli studenti delle sei classi seconde approfondire sei figure (anche viventi) traducendoli in una messa in scena e in un "murales" realizzato nel corridoi del primo piano dell'edificio scolastico. «Abbiamo deciso di dar vita a questa prima collaborazione con Gariwo per far capire ai ragazzi che fare il bene è possibile – afferma la dirigente scolastica Elena Osnaghi -. È un lavoro iniziato lo scorso novembre che ci ha accompagnato in questi mesi: gli studenti hanno "conosciuto" le vite di sei giusti».
Il momento conclusivo dell'iniziativa è stato organizzato nel primo pomeriggio con lo spettacolo "Un eroe a due ruote" dove gli studenti hanno raccontato la vita del campione Bartali: l'eroe silenzioso che ha salvato 800 ebrei.
[pubblicita] «Noi puntiamo l'attenzione sul bene, non sul male che tutt'oggi invade il nostro quotidiano – commenta a inizio spettacolo Pietro Kuciukian il cacciatore di "Giusti" nonchè console Onorario della Repubblica di Armenia in Italia – . Noi inseguiamo il bene, in quanto esso da più soddisfazione ed è appagante». Con Kuciukian la prof.ssa Anna Maria Samuelli fondatrice di Gariwo e Franca Schiavon in rappresentanza del Comune di Milano.
«Gaiwo promuove la memoria attiva – dichiara Samuelli -. Non ricordiamo solo i "giusti dell'Olocausto", ma cerchiamo di individuare quelli viventi. Non è semplice individuare un giusto. Conoscere la vita di questi uomini e donne permetterà di essere portatori di una memoria attiva non archeologica: sarà una memoria che accompagnerà in tutta la vostra vita. Il bene è decisamente più attrattivo e per divulgarlo e proteggerlo ci vuole la conoscenza e il cuore».
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