Dipendenze, droga tra i giovani e alcol nelle coppie sposate
Sono i dati registrati dal Servizio Tossicodipendenze dell'Asst Ovest Milanese. - I tossicodipendenti sono tra i 40 e i 44 anni, mentre l'alcolizzato va dai 45 anni in su.
Tra i giovani single gira più droga, mentre l'abuso di alcol è più diffuso tra adulti coniugati. È il trend tra i cittadini del Legnanese che, dal 2016 ad oggi, hanno bussato alla porta di SerT (Servizio Tossicodipendenze) e NOA (Nuclei Operativi Alcoldipendenze) dell'Asst Ovest Milanese.
Per divertirsi, darsi un tono, essere accettati dal gruppo, avere più energie, oppure ancora per affogare i dispiaceri e dimenticare. Queste e tante altre sono le scuse utilizzate dalle persone con problemi, i cui profili sono i più svariati. Si passa dal giovane consumatore di hashish che ha iniziato da un anno, all'eroinomane 40enne con decenni di "carriera" alle spalle. Oppure dal professionista abusatore di cocaina, che ha iniziato nell'illusione di migliorare le sue performances, all’anziano alcolista con problemi psichiatrici associati e privo di sostegno famigliare. E nell'elenco non manca neppure la pensionata giocatrice d’azzardo che rimane ore con lo sguardo fisso sule slot machines oppure spende il suo denaro in "Gratta e Vinci".
«L’utenza, negli ultimi due anni, si è aggirata sulle 1800 unità all’anno – spiega il direttore della UC Dipendenze Ernestino Gola –. Un dato importante, che subisce variazioni minime. Gli utenti dei servizi sono prevalentemente maschi, mentre le femmine non raggiungono il 20% del totale, anche se la percentuale supera leggermente la soglia del 20% per quanto riguarda le persone con problemi di alcool dipendenza. La "popolazione" è composta prevalentemente da persone che usano sostanze illecite (700 utenti) e alcool (600 utenti)».
A chiedere aiuto, dunque, sono gli uomini più delle donne. I tossicodipendenti sono per lo più tra i 40 e i 44 anni o anche più giovani, mentre l'alcolizzato va dai 45 anni in su. «Le persone con problemi di uso di sostanze illegali sono prevalentemente celibi/nubili, hanno una scolarità media inferiore, sono per più della metà occupati – spiega il dottor Gola -. Coloro che fanno uso eccessivo di alcool, invece, sono prevalentemente coniugati, hanno una scolarità più elevata e sono occupati per poco meno della metà».
Sono poi in continua crescita i pazienti multiproblematici, ossia coloro che utilizzano sostanze stupefacenti, giocano d'azzardo e che magari presentano anche disturbi psichiatrici. Un fattore significativo, che ha portato al cambiamento del "volto" del servizio di assistenza e cura.
Non è facile definire il quadro di coloro che riescono a uscire dalla dipendenza, secondo il dottor Gola: «Stiamo parlando di utenti che hanno completato il percorso terapeutico (28% l’ultimo anno), che hanno abbandonato (14%) o permangono in terapia (57%). Si tratta, cioè, di situazioni estremamente diversificate non a caso sono patologie croniche con tendenza alla recidiva. Accanto a ciò, va sicuramente considerato come la permanenza in trattamento o il completamento del medesimo comportino, nella quasi totalità dei casi, un miglioramento dei sintomi, potenzialmente fino alla cessazione completa, accanto ad un miglioramento delle condizioni di salute e della qualità della vita del paziente e dei suoi famigliari».
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