Ecco come si è arrivati alla crisi di giunta
Dall'insediamento al rimpasto di giunta passando per il salto di Quaglia nella minoranza - La cronistoria di una crisi annunciata.
I primi problemi si palesano già a pochi giorni dall'insediamento della giunta Fratus. L'ex presidente di Amga Chiara Lazzarini non può assumere il ruolo di assessore perchè coinvolta in un procedimento penale per i fatti legati alla partecipata comunale. Si ritarda un mese a comporre la giunta. La poltrona viene data all'architetto Laura Venturini, sempre in quota Forza Italia. Con Venturini entra anche il leghista Gianluca Alpoggio.
[pubblicita] La prima uscita dalla maggioranza è quella del consigliere Stefano Quaglia, capogruppo consiliare della lista civica Legnano Futura, che nella seduta di lunedì 19 novembre 2018 non prende posto come di consueto tra i banchi della maggioranza passando in minoranza.
E' il secondo rimpasto di giunta, dopo l'ingresso nella squadra di Governo di Letterio Munafò al posto di Alan Rizzi, ad essere però decisivo. Insieme a Venturini esce dalla giunta l'assessore alla Cultura Franco Colombo, il piu votato tra i candidati consiglieri. Il medico si giustifica con motivazioni personali ma a non tornare è soprattutto la sua uscita dalla Lega Nord, il suo partito. Nel frattempo il reato per cui erano imputati gli esponenti dell'allora consiglio di amministrazione di Amga cade in prescrizione. Lazzarini viene nominata assessore alle Opere Pubbliche e al posto di Colombo entra Daniela Laffusa, la più votata dai legnanesi dopo Colombo e Guarnieri, presidente del consiglio. Iniziano così i mal di pancia interni al Carroccio.
Le minoranze depositano una mozione di sfiducia contro Lazzarini contestandone l'incompatibilità politica e le voci che anche la consigliera di maggioranza Federica Farina, insieme al marito Antonio Guarnieri possano votare a favore del documento si fanno insistenti. La mozione però non viene votata perchè la stessa maggioranza lascia l'aula dopo la richiesta, respinta dal presidente del consiglio, di rendere palese lo scrutinio. Il vice sindaco Cozzi commenta duramente la posizione di Guarnieri. Pochi giorni dopo in Comune arrivano le dimissioni del leghista Mattia Rolfi, formalmente motivate da questioni personali. La maggioranza è divisa e perde pezzi. Arriva il giorno dell'approvazione del bilancio in consiglio e Guarnieri, con Farina e l'intera minoranza non si presentano facendo saltare la seduta.
L'ombra del commissario prefettizio arriva su Legnano per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, proprio gli stessi che non si sono presentati la sera del 26 marzo in consiglio. Le dimissioni sono state depositate la mattina del 27 marzo all'ufficio Protocollo. Il consiglio comunale non ha più la maggioranza. Il vicesindaco Cozzi si appella però a un cavillo giuridico che si basa sulla non contestualità delle dimissioni ed è l'intervento del difensore civico regionale, Carlo Lio, ad essere decisivo. La decisione di Lio è quella di inviare un commissario ad acta per restituire il numero legale al consiglio comunale. I consiglieri dimissionari presentano ricorso al Tar e chiedono la sospensiva del consiglio comunale, senza però ottenerla. La sentenza finale viene rimandata al 5 giugno. Nel frattempo, il 16 maggio, però è la magistratura a fare cadere la giunta con gli arresti di sindaco, vicesindaco e assessore lazzarini.
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