Ex assessore Venturini: «Legnano, non rinunciare alla nuova Biblioteca»
Secondo Laura Venturini, lo studio Substantial Architecture ha centrato in pieno l'obiettivo di un edificio che rispettasse e valorizzasse il parco
Il progetto del nuovo Polo Culturale al Parco Falcone Borsellino «è un gioiello al quale Legnano non può rinunciare». Ne è convinta l'ex assessore alle Opere Pubbliche, arch. Laura Venturini.
Per la professionista le immagini del nuovo centro bibliotecario dimostrano di aver raggiunto «l'ambizioso obiettivo perseguito per tutto il 2018 dall'assessorato alle Opere Pubbliche che ho avuto l'onore di rappresentare. Fin dall'inizio, con l'equipe interna che si è occupata della progettazione di primo livello, avevamo maturato il convincimento che avremmo dovuto affrontare la difficile scommessa di progettare un edificio che rispettasse e valorizzasse il parco. E, nel contempo, fosse attraente e invitante per l'utenza».
[pubblicita] Secondo l'ex assessore, lo studio Substantial Architecture, con gli architetti Mangado, Facchinelli e Botticini ha centrato in pieno l'obiettivo: «Questa architettura contemporanea è proprio quello che ci aspettavamo. Chi avrà l'onore di decidere di appaltare l'opera potrà contare su un progetto portato avanti nei minimi particolari e che darà ulteriore valore aggiunto alla nostra città».
In riferimento alle polemiche sorte in questi mesi, l'arch. Venturini ha commentato: «Un moderno centro bibliotecario, con annesso parco in pieno centro città, in quale altro luogo si sarebbe potuto fare?». Inizialmente una sua ipotesi era indirizzata a collocare la biblioteca in piazza don Sturzo, ma spiega: «l'idea venne abbandonata anche per i costi aggiuntivi necessari per i parcheggi interrati, mentre esistono in misura adeguata nelle vicinanze del Falcone – Borsellino. Sulla scelta della location, poi, si è stati avvantaggiati dall'esperienza del 2008: il vecchio progetto ci ha permesso di tener buoni i punti forti e di abbandonare quelli critici».
Adesso, la parola andrà a chi è deputato, o sarà deputato, alle scelte strategiche della città: «Dire no a quest'opera non può essere motivato solo da una scelta ideologica – la sua conclusione -, mi auguro prevalga il buonsenso, perché si possa consegnare ai cittadini e alle future generazioni una struttura completamente al loro servizio».
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