Prociv, 150 volontari a “scuola” per guidare i mezzi speciali
Partecipata la terza edizione del Corso di formazione organizzato dalla Protezione Civile Alberto da Giussano di Legnano
[pubblicita] In 150 alla terza edizione del Corso di formazione “conduttore mezzi speciali: guida fuoristrada base”. Evento formativo organizzato e tenuto da istruttori qualificati dalla Protezione Civile Alberto da Giussano di Legnano in collaborazione con il CCV-MI iniziativa in precedenza riconosciuta dalla Scuola Superiore di Protezione Civile.
Strutturato su due serate dedicate alla teoria e in una successiva intera giornata per la pratica, ad oggi ha consentito a circa 150 partecipanti di imparare a condurre in sicurezza i mezzi delle proprie Organizzazioni.
«I partecipanti hanno potuto sperimentare le potenzialità dei veicoli – spiega il presidente del Corpo di Protezione Civile Alberto da Giussano, Ing. Giuliano Prandoni – , apprendendo nuove competenze di guida su diverse tipologie di terreno (salite e discese moto ripide, fango, allagamenti, ostacoli, ecc.), dando la consapevolezza dei limiti dei mezzi e insegnando il corretto uso di tutti gli accessori di cui i mezzi sono dotati come i verricelli, taglie, grilli, corde e strop».
Il corso è stato avviato nel 2017 e come precisa Prandoni è stato organizzato proprio per permettere ai volontari di poter guidare in sicurezza questi mezzi speciali.
«Abbiamo osservato che la conduzione dei mezzi in dotazione delle organizzazioni di protezione civile (volontariato, enti di soccorso, VVF, CRI, ecc.) è effettuata molto spesso senza che gli autisti abbiano la consapevolezza delle potenzialità e dei limiti dei loro mezzi, a scapito della incolumità di se stessi, degli altri e dei mezzi stessi».
«La convinzione che sia sufficiente una patente B per poter condurre mezzi, che solo in apparenza appaiono come normali vetture, pensando che siano inarrestabili, robustissimi e sicurissimi anche con pesanti rimorchi a traino – precisa Prandoni – comporta un elevato fattore di rischio limitabile solo con una opportuna formazione orientata ad usare al massimo le loro potenzialità ma nel contempo a lavorare in piena sicurezza, fattori fondamentali per portare a termine con successo un soccorso per esempio dovendo raggiungere località colpite da calamità, percorrendo vie difficili e insicure».
Per il 2019 sono state pianificate altre sessioni ed è in fase di studio la programmazione di un corso di «grado più elevato per sperimentare un reale soccorso, comprendendo pratiche di orientamento e di comunicazione. Un percorso anche per imparara il corretto uso delle attrezzature che fanno parte di un corredo idrogeologico, come le motoseghe utilizzate per aprirsi dei varchi lungo sentieri interrotti».
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