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4 Novembre: il discorso del sindaco Gianbattista Fratus

L'intervento del primo citatdino di Legnano alla cerimonia ufficiale in piazza S.Magno

Rivolgo il mio saluto alle autorità civili, militari, religiose, alle associazioni e a tutti i cittadini che partecipano a questa cerimonia.

Cento anni fa, in questi giorni, il tricolore iniziava a sventolare sui pennoni di Trento e Trieste. Era un segno eclatante, liberatorio, del fatto che un percorso lungo e sofferto si era compiuto. L’Italia aveva finalmente portato a termine il processo della sua unificazione.

Da quegli anni di lutti e devastazioni usciva un mondo profondamente cambiato. Tre imperi, russo, ottomano, austroungarico, non esistevano più. Nuovi Stati nascevano dalla loro disgregazione. L’Italia, seppure vittoriosa, era reduce da prove terribili.

 La decisiva battaglia di Vittorio Veneto era stata preceduta dalle sanguinose “spallate” militari e da un estenuante conflitto di posizione sull’Isonzo. Dalla ritirata di Caporetto, costata, da sola, 12mila vite italiane. Dai combattimenti sul Piave.

La conquista dell’Unità d’Italia fu pagata a caro prezzo: si contarono oltre 600mila morti solo tra i militari, il cui sacrificio, nella giornata dedicata anche alle Forze Armate, abbiamo il dovere di ricordare con gratitudine.

Chi aveva combattuto la prima guerra totale della storia?

Un esercito in gran parte formato da giovanissimi, spesso provenienti dal mondo operaio o contadino, nati in regioni lontane dalle zone del fronte e catapultati in una realtà brutale e sconvolgente.

E’ innanzitutto a loro che, oggi, dobbiamo essere grati, a quelli che caddero in battaglia, che tornarono feriti nel corpo e nello spirito, che non tornarono affatto, dispersi sui fronti di guerra. A loro che furono accomunati ai coetanei schierati nelle trincee nemiche (anch’essi meritevoli del nostro ricordo e del nostro rispetto) da pericoli, stenti, senso del dovere.

Ed è proprio il senso del dovere che lega i militari di ieri a quelli di oggi. Non sfuggono le differenze dei contesti nei quali attualmente operano le nostre Forze Armate. Se lealtà e servizio alla Patria restano capisaldi imprescindibili della loro azione, oggi gli obiettivi sono la tutela della sicurezza, della legalità e della stabilità internazionale; la salvaguardia di contesti che consentano un sereno sviluppo sociale ed economico; l’aiuto a popolazioni colpite da calamità naturali, vittime di conflitti o di instabilità politica. Anche all’estero: al momento sono più di 30 le missioni internazionali che vedono la partecipazione dell’Italia, prevalentemente organizzate sotto l’egida dell’Alleanza Atlantica, delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea. Una dimostrazione della professionalità e dell’affidabilità riconosciute ai nostri soldati.

L’attentato contro un mezzo blindato avvenuto in Somalia a inizio ottobre, senza conseguenze per i nostri militari, è solo la dimostrazione più recente della delicatezza dei contesti in cui operano e della perseveranza di un impegno che prosegue anche in scenari dimenticati o quasi. A loro un doveroso ringraziamento. Aggiungo che le qualità umane, la preparazione, il carisma delle donne e degli uomini in divisa sono in grado di lasciare segni non scontati.

Il IV Novembre, Festa dell’Unità d’Italia e Giornata delle Forze Armate, ci permette di ricordare che i nostri soldati, marinai, avieri, finanzieri, carabinieri  sono motivo di orgoglio per un’Italia che oggi festeggia la propria unità. Non in contrapposizione o divisione rispetto alla comunità internazionale ma come elemento della propria identità, garanzia dei principi e dei valori che fondano la nostra democrazia,  orientano il nostro modo di rapportarci al mondo, guidano il nostro vivere per la pace e la prosperità.

Permettetemi infine di ricordare, a poche ore dalla notizia della scomparsa, il maresciallo Luigi Leuzzi che diresse con riconosciuto talento la Fanfara del secondo battaglione bersaglieri, formazione apprezzata in Italia e all’estero e che partecipò alla missione di pace in Libano, snodo fondamentale nella storia recente del nostro esercito.

Grazie, dunque, a chi, ogni giorno, si prodiga per garantirci la pace, valore senza il quale non potrebbero esistere né la civiltà né il progresso. E grazie anche a voi tutti che avete voluto presenziare a questa cerimonia.

Gianbattista Fratus, sindaco di Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Novembre 2018
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