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Mauro Venegoni, Medaglia d’Oro al V.M., partigiano combattente, ma non solo.

ANPI Legnano ricorda la figura di un partigiano e di una famiglia "pronta praticamente a tutto per ribaltare un mondo che consideravano ingiusto e intollerabile"

Dario Venegoni, nipote di Mauro e figlio di Carlo, nell’ottobre 2014 in occasione della commemorazione della morte di Mauro Venegoni commentò: «Mi sorprende sempre vedere così tanta gente presente a questa cerimonia; il motivo lo vedo nella modernità della figura di Mauro, dotata di una morale eccezionale di combattente integerrimo non disponibile a compromessi che gli ha conferito quest’aurea di leggenda».

Carlo, secondogenito di Paolo e Angela Stefanetti, era nato a Legnano nel 1902 e Mauro l’anno successivo. Vi erano poi due sorelle, Maria e Gina, ed altri due fratelli, Pierino nato nel 1908 e Guido nel 1919. Una famiglia operaia povera dove i bambini appena terminate le scuole elementari a dodici anni entravano in fabbrica come operai, trattati esattamente come gli adulti con gli stessi carichi di lavoro e turni anche notturni ma con una paga dimezzata a causa dell’età. Carlo e Mauro erano molto intelligenti e avrebbero desiderato studiare, invece andarono a lavorare Carlo al Cotonificio Cantoni e tre anni dopo alla Franco Tosi, Mauro subito alla Tosi.

Il 1° maggio 1917 è una data che ha cambiato loro la vita: Carlo e Mauro partecipano ad un comizio socialista. Ricorda Dario Venegoni «Cominciano a leggere la stampa socialista, a studiare, a organizzare il circolo giovanile, e raggruppano in poco tempo centinaia di giovani operai come loro. L’impegno politico è una scelta per la vita, per dare una speranza, un senso alla propria esistenza e per cambiare il destino di quelli come loro. Il resto, si potrebbe quasi dire, è conseguenza di quella scelta fatta da ragazzi». Attivisti sindacali e politici anche in fabbrica, i due fratelli sono alla guida dei grandi scioperi del settembre 1920 nel legnanese. Alla scissione del Partito Comunista dal Socialista con il Congresso di Livorno del gennaio 1921 i Venegoni passano al Partito Comunista e con loro una novantina dei cento iscritti legnanesi al Partito Socialista.

Il regime fascista non poteva certo vedere di buon’occhio la loro attività e per Carlo e Mauro, ma poi anche per Pierino, si apriranno le porte del carcere e dei luoghi di confino. Mauro dopo quindici mesi di carcere preventivo per ricostituzione di Partito Comunista riuscì nel 1930 ad emigrare clandestinamente in Francia, trovando lavoro alla Citroen e mettendosi, anche qui, alla testa dei grandi scioperi. Mauro andò anche a Mosca e considerò sempre quel periodo di intenso studio come “la sua università”. Rientrato in Francia e poi in Calabria, Mauro venne nuovamente arrestato e condannato a cinque anni di carcere e poi inviato al confino a Istonio Marina e alle Tremiti: anni di dolore ma anche di studi di storia, letteratura, pedagogia, filosofia, economia, lingue.

E il 9 settembre 1943 Carlo e Mauro inaugurarono insieme un modo diverso di essere antifascista, un’attività intensissima non solo a Legnano ma in tutta la Valle Olona, insieme ai fratelli Pierino e Guido, in collaborazione con i partigiani di altre formazioni, con i cattolici, con i partigiani di montagna. «Tra i due fratelli, così uniti, così vicini eppure così diversi, era Mauro l’uomo d’azione – afferma Dario Venegoni –  Un capo partigiano che non si fermava davanti a nessun ostacolo, sempre in prima linea, anche quando forse avrebbe potuto stare più riparato».

Mauro non era solo un combattente, Mauro dissentiva dalla gestione del potere in Urss sostenendo con forza che “se mancava l’umanità non si potevano guidare i popoli” e Mauro aveva umanità, aveva un cuore grande che lo portava a rischiare la vita per esempio per onorare due ragazzi morti in uno scontro a fuoco, Dino Garavaglia e Renzo Vignati, presenziando camuffato, tra la folla, al loro funerale a Legnano. Per portare in salvo un compagno gravemente ferito, come Samuele Turconi, comandante della legnanese 101^ Brigata Garibaldi GAP e piantonato all’ospedale di Busto Arsizio in attesa della fucilazione. Per vendicare la morte dei quindici partigiani fucilati a Milano in piazzale Loreto il 10 agosto 1944: non li conosceva personalmente ma non riusciva a tollerare di non reagire alla strage e Carlo faticò non poco a trattenerlo da quello che sarebbe stato un sicuro suicidio optando poi per la stampa in migliaia di copie e la diffusione di un volantino che denunciava la strage nazi-fascista.

Busto Arsizio, 30 ottobre 1944. Mauro viene casualmente fermato dalle Brigate Nere a Busto, ha con sé documenti falsi e non viene riconosciuto ma, come spesso accadeva, i brigatisti lo interrogano e torturano per ottenere informazioni generali. A un certo punto un fascista lo riconosce: non è un qualunque Mario Raimondi ma è il famoso Venegoni che cercano da tempo, che sicuramente è al corrente di come sono composte le Brigate Garibaldi, di dove si trovano i loro comandanti, di dove è nascosto il fratello Carlo. Mauro non ha più scampo, corrono brigatisti fin da fuori Busto, viene torturato e mutilato, sul suo corpo ferite e lesioni di ogni genere. Mauro non dice una parola. Mauro, sottolinea Dario Venegoni, «era il capo che proteggeva i propri uomini. E fu anche il torturato che si fece strappare gli occhi e rompere le ossa, ma non disse nulla che potesse aiutare i carnefici a rintracciare suo fratello o i suoi compagni».

La notte del 31 ottobre lo caricheranno su una lunga automobile nera e, ubriachi di liquore e di sangue, lo scaraventeranno moribondo lungo la strada per Cassano Magnago e lo finiranno con due colpi d’arma da fuoco alla nuca. Proprio là dove ora sorge il cippo in sua memoria.

A Mauro verrà conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.

«Non erano quattro matti, i fratelli Venegoni – puntualizza Dario – Era la loro generazione, semmai, che era una generazione di matti: nel senso di una generazione pronta praticamente a tutto per ribaltare un mondo che consideravano ingiusto e intollerabile. È quella generazione di matti che ha portato nel mondo del lavoro i diritti che ora vengono difesi con tanta determinazione».

ANPI Legnano

Nel video in copertina, una biografia di Mauro Venegoni, con immagini

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Ottobre 2018
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