RSD Mazzafame: interviene anche la Regione
Cinque denunce a carico della struttura - I legali delle famiglie parlano della" presenza di segni evidenti sul corpo degli ospiti, come lividi e bruciature di sigarette".
Centro Disabili di Mazzafame nell'occhio del ciclone. Dopo un anno dalla sua inaugurazione, la Rsd di via delle Rose, gestita dalla Cooperativa Anteo di Biella, è direttamente coinvolta in un'indagine svolta dai carabinieri della Compagnia di Legnano.
Verifiche, queste ultime, avviate a seguito del deposito di cinque denunce: quattro presentate dai parenti degli ospiti e una dall’associazione Anffas. Nello specifico, le ipotesi di accusa che saranno valutate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio sono quelle di maltrattamento e omessa custodia. Insomma, i pazienti non sarebbero stati curati adeguatamente e si sospetta una grave mancanza gestionale. Non a caso alcuni cittadini hanno lamentato la «mancanza di personale».
Di certo, che qualcosa non stava andando per il verso giusto, i legnanesi della zona lo avevano già sospettato quando hanno visto i carabinieri arrivare nella struttura durante le feste natalizie.
La situazione è delicata, non c'è dubbio, e sul caso c'è massimo riserbo oltre che una costante vigilanza da parte dell'Ats Milano Città Metropolitana.
A difendere i due casi più gravi e l'associazione Anfass, lo studio legale Rigamonti e Dosso di Legnano. Gli avvocati affermano che i loro assisititi vogliono «chiarimenti vista la presenza di segni evidenti sul corpo, come lividi e bruciature di sigarette. È necessario capire quali sono le responsabilità».
Seppur in maniera marginale, a monitorare la vicenda anche l'assessore Ilaria Ceroni «Sono molto preoccupata sia personalmente che istituzionalmente – specifica l'assessore – . Essendo una struttura privata, il Comune, non ha possibilità di influenzare il corso delle scelte gestionali, in quanto, non c'è una commissione interna. Quindi, come amministrazione non abbiamo nessuna possibilità di intervenire: il mio compito, come assessore, è quello di ascoltare i cittadini e nel caso invitarli a rivolgersi alle autorità competenti». Nell'ultimo periodo però alcune famiglie con ospiti della Rsd hanno bussato alla porta dell'assessore «per raccontare alcuni disagi, nulla di più. Proprio a loro ho consigliato di rivolgersi alla vigilanza dell'Ast». La struttura, la scorsa estate, ha rinnovato il suo team gestionale, ma la questione non è risolta. «Massima sarà la mia attenzione su questa vicenda – conclude la dr.ssa Ceroni – mi auguro che questa situazione estremamente delicata si risolva».
In serata, anche l'intervento dell’assessore al Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale di Regione Lombardia Francesca Brianza: «Purtroppo – ha commentato – sempre più spesso ci troviamo a fare i conti con notizie incresciose che ci parlano di maltrattamenti, soprusi, violenze fisiche e psicologiche perpetrate fra le mura delle strutture di ricovero che dovrebbero invece garantire protezione e assistenza ai pazienti e garantire ai famigliari serenità. Per contrastare questi orribili reati, Regione Lombardia ha già stanziato, pochi mesi fa, 1 milione 400mila euro per l’installazione di telecamere di sorveglianza nelle residenze per anziani e disabili. Questo – precisa – è uno strumento già efficace per prevenire comportamenti contro gli assistiti che sono in una naturale condizione di fragilità».
«La soluzione a cui stiamo ora lavorando e che ho assunto come impegno personale per il futuro – continua Brianza – è l’elaborazione di un Protocollo Etico, una vera e propria certificazione di qualità per asili, centri per disabili e residenze per anziani. In questo modo. i familiari avranno la certezza di avere affidato i loro cari a strutture che rispettano determinati standard. Tutte le strutture che aderiranno a tale protocollo – conclude – saranno inserite in un albo regionale, il primo di questo genere, che conferirà alle stesse particolari vantaggi».
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