AMGA, decreto penale di condanna per la vecchia gestione
Sarebbero dieci i decreti penali di condanna emessi dal Tribunale di Busto Arsizio - Già preannunciata l'opposizione
Prima svolta nella vicenda che vede coinvolti diversi esponenti di spicco della vecchia gestione AMGA. Sarebbero dieci i decreti penali di condanna emessi nei giorni scorsi dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio: la fattispecie contestata quella di false comunicazioni sociali ai sensi dell'art. 2621 del codice civile, i fatti da cui trae origine la contestazione quelli del 2012.
Le indagini erano state avviate nel luglio scorso, quando gli uomini della Guardia di Finanza del Comando di Legnano avevano posto sotto sequesto alcuni computer della sede di via Per Busto, per metterne sotto la lente d'ingrandimento il contenuto. Nello scorso mese di dicembre, poi, il pubblico ministero Nadia Calcaterra del Tribunale di Busto aveva disposto ulteriori verifiche. Proprio nel pieno della campagna elettorale, inoltre, gli uffici del Comune – come ha fatto sapere in queste ore l'ex sindaco Alberto Centinaio tramite i social – sono stati “visitati” dagli organi della Polizia Giudiziaria alla ricerca di conferme sui fatti oggi balzati agli onori della cronaca («La notizia fu però volutamente tenuta riservata e solo oggi mi permetto di diffonderla», ha spiegato Alberto Centinaio)
«Apprendo dai giornali la notizia perchè al momento, e questo mi disturba, io non ho ricevuto nulla – commenta Paolo Pagani, ex direttore generale di AMGA –. Quando avrò in mano il documento, se la sostanza sarà la stessa, farò sicuramente opposizione, perchè in quel caso le conclusioni del procedimento sarebbero del tutto sbagliate. É una persecuzione infinita».
«In merito al provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio – è il pensiero di Chiara Lazzarini, presidente di AMGA all'epoca dei fatti, e attualmente all'interno della coalizione di centro destra, vincitrice delle elezioni comunali – preciso che lo stesso è relativo ad una contravvenzione comminata per presunta violazione dell’art. 2621 del codice civile. Per dovere di trasparenza nonché di corretta informazione a tutti i cittadini preciso, inoltre, che il provvedimento emesso è solo, come ha affermato anche la Corte Costituzionale, "una decisione preliminare", in relazione alla quale, con l’opposizione allo stesso (che avverrà quanto prima), sarà possibile nel dibattimento esperire tutti i mezzi di difesa ed un pieno contraddittorio con il Pubblico Ministero e quindi dimostrare l’assoluta infondatezza di tutte le accuse. Va peraltro evidenziato che nella fase delle indagini il Pubblico Ministero non ha ritenuto di sentire gli imputati facenti parte del CdA e più in generale la posizione delle difese e quindi, in questo caso, l’assenza di un reale contraddittorio è stata totale».
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