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Accam, Rescaldina vuole staccare la spina all’inceneritore

Il consiglio comunale ha approvato una mozione finalizzata alla dismissione dell'impianto di incenerimento

Rescaldina sceglie di staccare la spina ad Accam: durante l'ultima seduta il consiglio comunale cittadino ha approvato una mozione del Movimento 5 Stelle che impegna il sindaco «a farsi promotore tra i comuni soci e nella stessa assemblea soci Accam di ogni azione politica e amministrativa utile avente come obiettivo la dismissione dell'impianto di incenerimento, per la tutela della salute dei cittadini e con le tempistiche tecniche più immediate possibili, affinchè venga salvaguardato l'interesse economico pubblico». 

La situazione dell'inceneritore di Borsano, che già da tempo versa in condizioni non esattamente rosee, è rapidamente peggiorata dopo l'incendio che ha colpito l'impianto nella notte del 14 gennaio, quando le fiamme hanno avvolto il locale che ospita le turbine, causando danni per cifre a sei zeri.

[pubblicita]Non c'è solo il danno economico, però, tra i motivi messi sul tavolo dal M5S a favore della chiusura di Accam. I pentastellati, infatti, hanno chiamato in causa anche gli «studi epidemiologici che, seppur discutibili, hanno certificato l'inceneritore come responsabile di almeno venti ricoveri l'anno per patologie cardiovascolari», i «guasti, come quello del 15 marzo 2018, in cui si è verificata una elevata emissione di polveri e di altri contaminanti che "normalmente" vi sono inglobati che la stessa Arpa ha definito come allarmante», lo «smaltimento di ecoballe provenienti dalla Campania», i «procedimenti giudiziari a carico di una gran parte del CdA» e i «posticipi della data di chiusura senza alcuna prospettiva di piano industriale e senza nessun progetto di salvaguardia dei lavoratori della società»

Proprio poche ore prima della seduta consiliare, peraltro, l'assemblea dei soci dell'inceneritore aveva deliberato di «accogliere la richiesta di far fronte alle immediate esigenze di liquidità mediante la corresponsione di acconti – come ha spiegato il sindaco Gilles Ielo – e di dare mandato al CdA di approfondire e valutare con il comune di Busto Arsizio la proposta emersa nel corso dell'assemblea in ordine al conferimento o alla cessione del terreno su cui sorge l'impianto». Con Rescaldina che si è astenuta sulla questione della liquidità, «avallata dai tecnici come unica strada percorribile dalla società per avere disponibilità di liquidità nel breve periodo». Di fatto si tratta di procedere al rapido pagamento delle fatture relative al servizio erogato nei mesi di gennaio e febbraio e di un acconto fino al 75% per quello dei mesi di marzo e aprile. Dopo quella data, infatti, Rescaldina potrebbe anche conferire il servizio ad un diverso gestore: la società, infatti, non è più in house, e anche il comune guidato da Ielo, come avevano già fatto altri soci, è ormai in fase di pubblicazione del bando per il conferimento sul libero mercato. Operazione, quest'ultima, che dovrà concludersi entro il prossimo 30 aprile. 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Marzo 2020
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