Sessualità on line: «Genitori, accompagnate i vostri figli»
Questo il messaggio del psicoterapeuta Alberto Pellai, ospite al teatro Tirinnanzi, pieno per l'occasione...
Tutto esaurito ieri sera al Teatro Talisio Tirinnanzi per la conferenza dedicata a “come e perché parlare di sessualità ai vostri figli preadolescenti” tenuta da Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, nell’ambito del progetto PROG.RE.DI.RE.
Obiettivo della serata «condividere pensieri, suggestioni e riflessioni educative per pensare alla vita online dei figli in modo un po’ più complesso rispetto a quel che molte volte si vede, perché la sessualità e l’educazione sessuale sono aree così significative che non possono essere abbandonate o trascurate dai genitori».
Sexting, pornografia, adescamento online, sessualizzazione precoce… sono tante le trappole in cui i preadolescenti di oggi rischiano di cadere, accedendo in pochi click a contenuti che spesso non sono in grado di comprendere, con il rischio che «un uso precoce e un po’ sregolato della tecnologia porti ad un’esplorazione della sessualità online che si rivela autolesiva per i bambini e i ragazzi». Come intervenire quindi per proteggere i più piccoli? «L’idea – ha chiarito Pellai – non è il controllo ossessivo, ma è costruire insieme a loro un modello di prevedibilità di quello che si può fare e di quello che non si può fare all’interno di quegli strumenti».
L’età tra i 10 e i 14 anni, quella che viene genericamente definita preadolescenza, «è un’età di vulnerabilità estrema – ha spiegato lo psicoterapeuta -, in cui l’area del cervello dedicata al sentire, alle emozioni, all’eccitazione e alla ricerca del piacere è arrivata al top della maturazione, mentre il cervello che pensa, che fa prevedere il rischio e fa riflettere prima di agire matura molto più lentamente».«Eccitati, confusi e disorientati»: così sono i preadolescenti in questa fase, e ai genitori ed agli adulti di riferimento spetta il compito di toglierli dalla confusione, guidandoli alla ricerca di significati, imprescindibili per giungere alla conoscenza di sé e conseguentemente alla conoscenza dell’altro. Per far questo, è necessario imparare a capire come affrontare certe tematiche ed individuare le aree della vita quotidiana in cui se ne può parlare.
«Non possiamo evitare che certe cose entrino nella vita dei nostri figli – ha concluso Pellai -, ma possiamo aiutarli a costruire dei significati: come genitori dobbiamo avere un progetto educativo sulla loro vita online e sulla loro educazione sessuale, perché altrimenti sono nel deserto».
Presente tra i relatori anche l'assessore all'istruzione, Chiara Bottalo e Christian Rocca della Rete Stripes.
Leda Mocchetti
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