Tosi: Presezzi lascia il tavolo delle trattative
Braccio di ferro tra la proprietà e i sindacati, non convinti sul prepensionamento di 80 lavoratori...
Presezzi si alza dal tavolo della trattativa, chiedendo il prepensionamento di circa 80 lavoratori per allontanare il fallimento della Tosi. Una proposta ritenuta dalle parti sindacali non convincente tanto da definirla «un ricatto morale».
Così si è interrotto l'incontro, svoltosi questo pomeriggio, martedì 21 aprile, per proseguire la discussione dell'articolo 47 del codice civile (l'articolo in questione disciplina i diritti del lavoratore in caso di trasferimento/cambiamento aziendale e contempla tutti i livelli di inquadramento e contratti nazionali). Un preoccupante momento di stallo che coincide con la richiesta della mobilità per tutti i lavoratori. Una fase che, per legge, il commissario straordinario Andrea Lolli dovrà avviare domani, mercoledì 22 aprile, in previsione della chiusura della procedura di fallimento in programma a giugno.
Un vero e proprio braccio di ferro tra la nuova proprietà e i sindacalisti al lavoro con strategie diverse per tutelare i 345 dipendenti della storica azienda legnanese. Infatti, sono due le visioni che sin dall'inizio di questa vicenda si sono delineate. Una è quella radicale della Fiom – Cgil che esige il reintegro di tutti i lavoratori (proposta, che nessun pretendente ha mai formulato in fase di gara d'acquisto). L'altra, quella della Fim-Cisl Milano Metropoli che recentemente ha voluto instaurare un'alleanza con la Uilm, più favorevole alla nuova proprietà.
A termine dell'incontro Edoardo Barra, esponente sindacale della Fim ha commentato: «La condizione imposta da Presezzi è che 80 lavoratori vadano in prepensionamento con tutti gli ammortizzatori sociali del caso. Un'altra condizione che Presezzi ha imposto è di riassumere tutti i lavoratori applicando la riforma "job act", ma noi non siamo disposti a derogare alla parte relativa ai licenziamenti per motivi disciplinari. Se non si trova un accordo e la volontà di tutti i soggetti coinvolti non si potrà proseguire con la trattativa e ciò significherebbe una cosa sola: il fallimento. Noi come Fim resteremo al tavolo sin quando tutti i nodi non verrano sciolti. Speriamo quindi di trovare il modo di superare questi ostacoli così da trovare soluzioni idonee per tutti i lavoratori».
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