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Sopravvissuta all’incendio, la Bertelli rischia il fallimento: in 90 senza lavoro

Nonostante i tagli ai salari gli inglesi sono "scappati" - Ora i sindacati chiedono la mobilità per permettere a chi trova lavoro di non perderlo - Venerdì incontro con un nuovo acquirente...

Un nuovo dramma lavorativo si sta abbattendo su altre 90 famiglie del territorio. Sono quelle dei lavoratori della Bmp Bertelli Materie Plastiche di Villa Cortese, l'azienda che è stata al centro delle cronache per l'incendio che lo scorso 23 agosto devastò il nuovo capannone, oggi sull'orlo del fallimento dopo la "dipartita"  degli inglesi. 

Questo nonostante i lavoratori abbiano già fatto quello che oggi chiede la Electrolux, rinunciando al 15 % del proprio stipendio e facendo ridurre i costi per l'azienda del 50%. Per i dipendenti, in assemblea permanente, è stata aperta la procedura di cassa integrazione straordinaria ma gli stessi chiedono che venga aperta per tutti anche la procedura di mobilità volontaria senza la quale anche chi ha trovato un nuovo lavoro rischia di perderlo.

Domani, inoltre, ci sarà l'incontro con un nuovo acquirente e i sindacati chiedono che l'offerta venga presa in considerazione dall'azienda che fino ad oggi è sembrata loro latitante favorendo la chiusura.

La storia

Quando il nuovo capannone andò in fiamme, l'azienda specializzata nella produzione di guarnizioni in resina e Pvc era  già interessata dalla crisi del settore (il 19 agosto 2013 il Tribunale ha ammesso il concordato preventivo di fallimento), ma titolari e dipendenti avevano dalla loro parte una speranza: l'arrivo, previsto per settembre, di una multinazionale inglese interessata ad acquisire parte della fabbrica. E così è stato: a settembre, la multinazionale Schlegel ha presentato un piano industriale credibile per tutti gli attori coinvolti, ha prospettato il mantenimento di due terzi dei 90 dipendenti, e ad ad ottobre ha avviato la "Due Diligence", il canonico periodo di prova prima di procedere con l'affitto del ramo d'azienda. Le prospettive erano più che interessanti: all'azienda inglese mancava il segmento della gomma plastica per l'edilizia che è quello che viene fabbricato a Villa Cortese e in questo modo la Bertelli avrebbe venduto anche all'estero con sbocchi su tutto il mercato internazionale. Purtroppo, però, la "prova" è risultata negativa (le prospettive di un  fatturato pari a 11 milioni erano scese a 8 milioni e i costi erano troppo alti) e a metà dicembre la Schlegel si è "dileguata" lasciando i lavoratori in "braghe di tela". 

La crisi

La situazione è precipitata dopo le feste natalizie: senza il supporto economico della multinazionale manca il denaro per comprare le materie prime per la produzione e i clienti si allontanano. La Bmp Bertelli cessa così tutta l'attività (lavorano solo alcuni impiegati per evitare il fallimento) e dal 7 gennaio parte la procedura di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti che hanno deciso codi rimanere in assemblea permanente.

Nel frattempo i sindacati si sono messi alla ricerca di nuovi imprenditori senza però trovare la stessa volontà da parte del titolare Bertelli. Un atteggiamento che ha allarmato tutti i lavoratori che questa mattina  hanno ribadito con forza alla stampa le loro preoccupazioni«Gli imprenditori nuovi ci sono – ha affermato Giuseppe Parini, segretario della Cgil Filctem – e hanno presentato una proposta che però sembra non essere stata presa in considerazione. Ci sembra quindi di assistere ad un'operazione burocratica per fare chiudere l'azienda a discapito dei lavoratori. Siamo contrari a qualsiasi imprenditore che venga a comprare i macchinari e a portarseli via, metteremo i ponti d'oro a chi invece è disposto a dare continuità all'azienda». 

Gli imprenditori interessati

Al momento sarebbero 2 gli imprenditori interessati: il primo (un concorrente Bertelli) non avrebbe più dato risposta; il secondo è l'ingegnere Francesco Ranieri, a capo di una cordata di 3 imprenditori interessati a dare continuità all'attività con i clienti ex Bertelli. «I tre imprenditori – hanno spiegato i sindacati – sono pronti a fare una proposta d'affitto, a mantenere 20 dipendenti con una prospettiva di 3milioni di fatturato. Questi hanno fatto domanda all'azienda senza ricevere risposta»

Domani alle 16.30 ci sarà quindi un incontro decisivo nella sede di Confindustria Alto Milanese: qui siederanno al tavolo sindacati, azienda, associazione di categoria e il possibile acquirente. In contemporanea i lavoratori saranno in via san Domenico a manifestare le proprie preoccupazioni con un presidio autorizzato: «A noi non interessano i conteggi matematici ma l'occupazione. Dietro i numeri ci sono 85 famiglie senza posto di lavoro. L'azienda deve prendere in considerazione tutte le offerte»

Secondo i sindacati le responsabilità sono limpide: «Qui c'è una chiarissima responsabilità del titolare Corrado Bertelli, ex presidente di Confindustria – ha detto a voce alta Parini –  E' nel passaggio generazionale che sono  iniziati  i problemi di questa azienda e questo nonostante i sacrifici enormi messi in atto dai lavoratori che hanno permesso di  ridurre il costo del lavoro del 50% rinunciando  al 15 % dello stipendio di fronte ai nuovi compratori: per salvare l'impresa è stato già fatto qui quello che a Solaro chiede l'Electrolux. Ma tagliare i salari dei lavoratori non serve a niente. Qui è mancata una giusta strategia manageriale che ha puntato sul mercato domestico invece di guardare almeno all'Europa».

Mobilità negata

A tutta questa situazione si aggiunge un ulteriore ostacolo: per un cavillo burocratico i 5 dipendenti che hanno trovato un nuovo posto di lavoro rischiano di perderlo perché non è ancora partita la procedura di mobilità«Stanno mettendo altra benzina sul fuoco forse per paura che cessi poi il concordato,  ma questo non succederà. Per l'ennesima volta stanno dimostrando di non preoccuparsi  dei lavoratori.  Il problema è che questo può riguardare tutti e non possiamo dipendere da un avvocato incompetente. E' la follia di chi ha il potere amministrativo e burocratico in mano. Vogliamo che la mobilità volontaria venga aperta per tutti».

Ricordiamo che tutti i lavoratori hanno tre mesi di stipendi arretrati e non hanno ancora ricevuto l'anticipo della cassa integrazione. 

valeria arini e gea somazzi

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Gennaio 2014
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