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PER DUE GIORNI, ANCHE NOI, PARTE DEL FAI

25 Marzo 2013

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Francesca Santoro, studentessa legnanese che ha partecipato come guida-ciderone alla Giornata di Primavera del Fai tra le archeologie architettoniche di Legnano


L’esperienza di alcuni di noi studenti delle scuole di Legnano in collaborazione con il FAI, come apprendisti Ciceroni. Chi non si è mai chiesto cosa si celi dietro la preparazione delle guide? Credo che tutti, almeno una volta, l’abbiano fatto.

Noi studenti del liceo scientifico Galileo Galilei di Legnano, e quelli del Liceo Artistico Carlo dell’Acqua, possiamo affermare che, almeno in piccola parte, lo sappiamo. 


Grazie alla collaborazione che le nostre scuole hanno avuto con il FAI (Fondo Ambiente Italiano), abbiamo provato per due giornate a immedesimarci in guide, o, come siamo stati definiti, “aspiranti ciceroni”. Tale collaborazione consisteva nella Ventunesima giornata di primavera, che di primavera aveva ben poco dato il brutto tempo, nella quale il FAI ha aperto a noi studenti in veste appunto di “aspiranti ciceroni” e ai visitatori i luoghi del ‘900 Lombardo; in particolare Palazzo Malinverni, la Manifattura, il villaggio e il dopo lavoro Cantoni, la villa Jucker, la villa Dell’Acqua Lazzati Bombelli.


E’ innegabile che grazie a quest’esperienza, noi studenti e studentesse in primis abbiamo scoperto moltissime cose, conosciuto aspetti dell’architettura Legnanese che, nella vita di tutti i giorni, passano inosservati.
Come passare davanti al palazzo comunale, entrarci ma non sapere che è stato realizzato in circa un anno e tre mesi dall’architetto Aristide Malinverni vincitore di un bando per la realizzazione.

A tutti è capitato di accostarsi ai colossi dell’industria Legnanese e non conoscerne l’attuale utilizzo, non sapere nulla né della storia architettonica né di quella dei suoi operai. 
 Per noi studenti, poi, ancora più importante è stato il rapporto diretto con i visitatori; non tutti a diciassette o diciotto anni sono pronti per tenere un discorso, mettersi in gioco, entrare in contatto con adulti e bambini e spiegare loro quello che c’era a nostra volta stato spiegato, e farlo con un linguaggio chiaro, con disinvoltura, come se davvero fossimo delle guide. 
La preparazione cui noi studenti ci siamo sottoposti non è stata facile, ma ha messo alla prova le nostre capacità di studio, di elaborazione di un discorso, di esposizione.

Per quello che riguarda noi, studenti e studentesse del liceo Scientifico e Classico Galileo Galilei, sono stati fondamentali i consigli, il supporto e la stimolo che ci ha dato la Vicepreside Ornella Ferrario; per quanto concerne la parte artistica, non saremmo stati assolutamente preparati senza l’aiuto della professoressa Gariboldi, la quale ci ha proposto e presentato il progetto, ma anche della professoressa Castelli che ci ha raccontato la storia di Legnano poiché membro del FAI; la professoressa Castelli, inoltre, proprio in queste due giornate ha tenuto una conferenza nel palazzo Leone da Perego sempre inerente al percorso bastato sul mattone del ‘900, sulla rivalutazione delle fabbriche e delle industrie in disuso.

Per quanto concerne proprio i membri del FAI sono stati tutti davvero disponibili con noi studenti; innanzitutto per la possibilità offertaci, e poi per il modo in cui ci hanno fatto sentire: utili. Quella del FAI è una causa che deve (o dovrebbe) stare a cuore a tutti, è a difesa del più grande patrimonio dell’Italia: l’arte.  


Sentirsi parte di un lavoro così complesso, così grande non solo ci ha fatto sentire utili allo scopo, ma ci ha anche dato parecchie soddisfazioni, come vedere le facce sorprese dei nostri auditori nello scoprire tratti assolutamente sconosciuti di luoghi invece conosciuti, piacere nel sentire i complimenti sulla nostra preparazione, capire che gli sforzi e la diligenza impiegati in questo progetto non sono stati per nulla vani, ma anzi, sono stati più che ripagati.

Francesca Santoro

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