Torna a far discutere la ex Cava Borromeo di Cerro Maggiore. Dopo i dubbi sollevati dal Movimento 5 Stelle cittadino, anche il consigliere regionale legnanese Carolina Toia (Lista Maroni) pretende chiarimenti. 

L'esponente del gruppo Maroni Presidente ha presentato in Regione un’interrogazione per avere delucidazioni in merito ai materiali smaltiti nella discarica.  «Vi è il sospetto che tra i rifiuti smaltiti dalla società che si occupa della gestione della discarica  – spiega la consigliera – vi siano anche terra e rocce da scavo derivanti dall’area tra via Parabiago, via Castellanza e via Botta a Milano, sede dei cantieri delle vie d’acqua di Expo e adiacente alla zona My Bonola, dove recentemente sono state scoperte fibre di amianto disperse nel sottosuolo».

Nelle scorse settimane la società Enki s.r.l., gestore della discarica, aveva dichiarato di non aver mai ritirato rifiuti o terre contaminate da tali zone, garantendo la sicurezza delle procedure operative di omologazione del materiale. Carolina Toia, insoddisfatta di quanto affermato da Enki,  chiede conferma di questa risposta dall’assessore regionale all’ambiente Claudia Terzi.

La ex cava Borromeo fu già in passato utilizzata come discarica abusiva di rifiuti solidi urbani ed industriali. Il 9 dicembre 2008 l'allora sindaco Antonio Lazzati denunciò la scoperta di rifiuti tossici illegalmente smaltiti e nel 2010 Arpa riscontrò il superamento del valore limite del bisfenolo, sostanza additata come rischiosa per la salute.

«Attraverso questa interrogazione – conclude Carolina Toia – vorrei sapere se sono stati effettuati monitoraggi sulle acque di falda per verificare l’effettivo rientro entro i limiti di legge e controlli sullo smaltimento dei soli Cer autorizzati, con particolare attenzione alla contaminazione degli inerti di varia natura con amianto da parte della discarica di Cerro Maggiore».