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IL DESIDERIO DI PIERA: DIAMO UN… NOME AI PARTIGIANI!

Piera Pattani, staffetta partigiana, aveva un desiderio: dare anche un nome e non solo il cognome alle vie dedicate a compagni della Resistenza - Il sindaco l'ha accontentata...

E' stato esaudito il desiderio della "staffetta" partigiana Piera Pattani: mettere per esteso sulle targhe di alcune vie di Mazzafame i nomi di tre coraggiosi personaggi della Resistenza legnanese.

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Esaudito il desiderio della partigiana Piera Pattani 4 di 5

Nel primo pomeriggio il sindaco Alberto Centinaio ha condotto la tenace e battagliera Piera ad ammirare le nuove insegne che, da oggi, grazie anche al suo appello, si chiameranno vie "Dino Garavaglia", "Renzo Vignati" e "Renzo Bottini" e non più semplicemente "Garavaglia", "Vignati" e "Bottini".

L'86enne, che ha vissuto i terribili anni della Seconda Guerra Mondiale e che non ha mai scordato i suoi compagni della Resistenza, è apparsa davvero commossa: "E' da anni che desideravo che queste tre persone, morte giovanissime, venissero ricordate come si deve. Di Vignati, Garavaglia e Bottini, in città, ve ne sono tanti, ma loro erano unici, così come tutti coloro che hanno partecipato alla lotta di Resistenza. Quello era un movimento composto da molti giovani e ognuno di loro andrebbe ricordato. La Resistenza l’ha fatta il popolo, l’abbiamo fatta in tanti: noi partigiani, ma anche i preti e le suore, i farmacisti, i medici e non solo".

Pattani (questo il vero cognome e non quello di Pattano per cui è stata sempre identificata) è conosciuta per il famoso episodio del "bacio" che l'ha vista protagonista nella liberazione di Samuele Turconi. Il partigiano era rimasto gravemente ferito in un conflitto a fuoco, durante il rastrellamento attuato da 250 fascisti nella zona della cascina Mazzafame, e poi ricoverato all'ospedale di Busto Arsizio.

"Andai a trovare Samuele per portargli il messaggio con il quale veniva informato che doveva tenersi pronto poichè nella notte sarebbero andati a salvarlo – racconta con una lucidità incredibile -. Lo trovai in uno stato terribile. Dopo avergli gettato le braccia intorno al collo e finto di baciarlo per spingerli un bussolotto con il messaggio in bocca, i fascisti vedendomi che parlavo mi hanno preso per i capelli e mi hanno sbattuto contro il muro. In quel mentre anche una suora intervenne, dicendo: 'ma che modo è di trattare una ragazza di 17 anni?', così mi lasciarono. Raggiunsi il mio scopo e la sera Samuele venne caricato sulla canna della bicicletta dal Venegoni e fu portato via".

Una memoria di "ferro" quella di Piera, che con vivacità ha raccontato il suo impegno in quegli anni: "Facevo parte della Brigata 182 Garibaldi Mauro Venegoni, ero una staffetta, portavo messaggi, armi e volantini. Accompagnavo il Venegoni alle riunioni clandestine. A Milano, in via XIV Marzo, c'era una stamperia dove venivano ritirati i volantini e si svolgevano riunioni. Quando dovevamo attaccare sui muri i volantini, avevamo un gruppo di donne e uomini che si fingevano morosi così da non dare nell’occhio".

Con la forza che la contradistingue, Piera ha espresso una richiesta al sindaco: "Voglio che tutte le donne legnanesi impegnate nelle Resistenza siano ricordate in occasione del 25 aprile o della 'Festa della donna'. Numerose sono state, infatti, le operaie nelle fabbriche che si sono impegnate per la causa e anche loro vanno ricordate".

Il sindaco Centinaio, infine, ha omaggiato Piera con il libro "Giorni di guerra – Legnano 1939-1945", di cui, ricordiamo, è coautore insieme a Nicoletta Bigatti e Giorgio Vecchio.

gea somazzi

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Agosto 2013
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